IL PRESIDENTE DELLA CAMERA, LORENZO FONTANA, SCOMUNICA LA LINEA DI SALVINI E SI OPPONE ALL’ALLEANZA IN EUROPA CON MARINE LE PEN E LE SVASTICHELLE TEDESCHE DI AFD
“DOPO IL VOTO SI POSSONO RIVEDERE LE ALLEANZE. LA LEGA DEVE ESSERE PARTE DEL PROCESSO DI CAMBIAMENTO A BRUXELLES ED ENTRARE NELLE DECISIONI SULLA PROSSIMA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA. MANTENERE I VOTI IN CONGELATORE FUNZIONA POCO” … IL VETO SU VANNACCI: “NON CONDIVIDO LE FRASI CONTENUTE NEL SUO LIBRO”
Le Europee sono sempre più vicine e la Lega non può permettersi di passare altri cinque anni a Bruxelles da emarginata. Questo è il messaggio inviato ai vertici del partito, sotto forma di «auspicio», dal presidente della Camera Lorenzo Fontana in occasione dei tradizionali saluti di fine anno con la stampa parlamentare.
La Lega deve «essere parte del processo di cambiamento a Bruxelles» ed entrare «pienamente nelle decisioni sulla prossima presidenza della Commissione europea e sul futuro presidente del Parlamento europeo», dice Fontana. Insomma, l’invito a Matteo Salvini è di «mettersi in gioco. Mantenere i voti in congelatore funziona poco».
Resta però uno scoglio da superare: il veto posto dal Partito popolare europeo sugli alleati di Matteo Salvini, a partire dai francesi di Marine Le Pen e dai tedeschi dell’Afd. I Popolari non ne vogliono sapere di un’intesa con l’intero gruppo dei sovranisti di “Identità e democrazia”, ma lasciano la porta aperta alla Lega, se mai volesse sganciarsi dai suoi ingombranti alleati. Ed è in questa direzione che sembra spingere anche il presidente della Camera, quando ricorda a tutti che «non ci sono veti nei confronti della Lega».
E se il centrodestra europeo ha il terrore degli alleati di Salvini, è anche vero che «a Bruxelles nessuno ha paura di noi». In fondo, fa notare Fontana, «le vere alleanze si fanno il giorno dopo le elezioni». E quel «vere» viene volutamente sottolineato con il tono della voce, per far intendere che, tutto sommato, non si tratta di legami indissolubili. Oggi si è alleati, domani chissà. A scanso di equivoci, Fontana precisa ulteriormente: «Dopo il voto si vedrà davvero quali partiti nazionali aderiranno a quali gruppi europei».
Le geometrie costruite in questi anni potrebbero quindi sgretolarsi un minuto dopo le elezioni. Questo è lo scenario che ipotizza Fontana, mentre Salvini è costretto a tenere una linea diversa e insistere sulla possibilità di portare i suoi “scomodi” alleati, tutti insieme, nella stanza dei bottoni di Bruxelles, seduti allo stesso tavolo con Popolari, Conservatori e Liberali europei. Una posizione alternativa, quella di Fontana, che si estende anche al giudizio sul generale Vannacci.
Tra i fedelissimi di Salvini c’è chi, come il vicesegretario Andrea Crippa, sostiene che Vannacci parli «come un leghista» […] il presidente della Camera rispondere che «no, non condivido quelle frasi di Vannacci e non ho letto il suo libro», anche se «quello sulle candidature – puntualizza – è un discorso che faranno i vertici della Lega». È un periodo, questo, in cui emergono alcuni distinguo all’interno del partito. Oggi Fontana sulla strategia in vista delle Europee, ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti favorevole al Mes.
(da La Stampa)
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