IL RAVE ABUSIVO SENZA MASCHERINE E DISTANZIAMENTO CON 1.500 GIOVANI A SPINO D’ADDA
NON HANNO ALCUNA AUTORIZZAZIONE, ALTO IL RISCHIO CONTAGIO
Senza mascherina, senza distanziamento e senza autorizzazione: sono circa 1.500 i ragazzi che il 14 di agosto si sono dati appuntamento per partecipare a un rave party, non autorizzato, che va avanti da allora a Spino d’Adda, in provincia di Cremona, fra le rive del fiume Adda e le cascine Gamello e Ca’ Nova.
Spino d’Adda è un paese nella provincia di Cremona e conta poco meno di 7mila abitanti. Nonostante si trovi in Lombardia, la Regione più colpita in Italia dal Coronavirus, è riuscito ad attraversare la pandemia quasi indenne: negli scorsi mesi i casi registrati sono stati solo 40.
Nonostante questo, un evento delle ultime ore ha cominciato a sollevare la preoccupazione dei cittadini. La notte di Ferragosto è cominciato nel paese un rave party al quale hanno preso parte oltre 1.500 persone. E che è ancora in corso.
A confermare i dati a Open è Luigi Poli, sindaco del paese: «Ovviamente è solo una stima e riguarda principalmente i primi giorni, quando c’erano più persone. Il rave continua dalla notte di Ferragosto e non si è ancora fermato anche se, dalla mattina del 17 agosto, molti stanno già andando via».
I giovani presenti non sono di Spino d’Adda. Molti provengono da altre Regioni, alcuni anche dall’estero. Non tutti però sono stati identificati: «Le persone fermate non sono di qui. Venivano tutte da fuori. Adesso valuteremo se identificare quelle rimaste».
Il rave party è cominciato all’improvviso, senza che nessuno sul territorio si accorgesse di quello che stava per succedere.
A spiegarlo è sempre il sindaco Poli: «È la prima volta che un evento del genere si verifica sul nostro territorio. Ci siamo accorti la notte di Ferragosto, quando ha cominciato a sentirsi il rumore. Loro poi non erano in centro al paese, hanno scelto una zona di campagna». Una cascina poco lontana dal centro abitato.
Dalle prime segnalazioni però è passato del tempo e la Prefettura, almeno formalmente, non è intervenuta: «Non so esattamente perchè. Noi avevamo contattato il 112 ed erano presenti pattuglie della polizia di Stato e dei carabinieri. Abbiamo sollecitato qualche intervento. Ora penseremo a cosa fare per verificare eventuali contagi».
Più duro il vicesindaco Enzo Galbiati che, come riporta il quotidiano locale Il Giorno, ha dichiarato: «Sconcertante la decisione della Prefettura che ha ordinato di non intervenire. Sono preccupato per quel che può succedere dopo questo assembramento».
(da agenzie)
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