“IL RICHIAMO AL FASCISMO È UN TRAGICO ERRORE”. GIORDANO BRUNO GUERRI, PRESIDENTE DEL VITTORIALE, SUGLI SCONTRI A BOLOGNA: “NON È UNA LOTTA DI IDEE MA DI TIFO. I FASCISTI ERANO QUELLI DEL VENTENNIO. I NEOFASCISTI DI OGGI NEMMENO CONOSCONO LA STORIA. I NEOANTIFASCISTI, A DIFFERENZA DEGLI ANTIFASCISTI DELL’EPOCA, NON RISCHIANO LA VITA E LA GALERA”
“CASAPOUND? BISOGNEREBBE BUTTARLI FUORI DALLA SEDE IN VIA NAPOLEONE III A ROMA, VISTO CHE SI TRATTA DI UN REATO REITERATO E CONTINUO. NON HANNO LA MIA SIMPATIA”
Professor Giordano Bruno Guerri, il sindaco Lepore dice che il governo ha mandato le camicie nere a Bologna.
“Questo continuo richiamo al fascismo è un tragico errore perché il fascismo era un fenomeno straordinariamente strutturato, che aveva dietro un pensiero e anche una notevole pericolosità: dire a qualunque straccione che ha voglia di menare le mani che è un fascista svilisce prima di tutto l’antifascismo. I fascisti erano quelli del Ventennio. Quelli di oggi, i neofascisti, nemmeno conoscono la sua storia. Amano solo l’idea di un uomo fortissimo che risolve i problemi. I neoantifascisti, a differenza degli antifascisti dell’epoca, non rischiano la vita e la galera, ma solo qualche applauso. Come quelli che cerca Lepore”.
Però una manifestazione dei Fascisti del Terzo Millennio proprio alla stazione di Bologna è un po’ fuori luogo, non trova?
“Certamente, ma quelli fanno sempre cose fuori luogo e fuori tempo. Però è quello che ci si aspetta da loro. Ma cercare di menarli – perché mi sembra che questo sia accaduto – mette chi li aggredisce sul loro stesso piano”.
Forse bisognerebbe anche decidere se CasaPound può liberamente manifestare oppure se è un partito che merita lo scioglimento per apologia di fascismo.
“Prima di tutto bisognerebbe buttarli fuori dalla sede in via Napoleone III a Roma, visto che si tratta di un reato reiterato e continuo. Non hanno la mia simpatia. Però devono poter manifestare pacificamente almeno finché qualcuno non deciderà che sono fuorilegge”.
Intanto il leader della Lega dice che quelli che hanno assaltato la polizia sono “zecche rosse, comunisti delinquenti, criminali da centro sociale” e chiede di chiuderli.
“Sì, non è una lotta di idee ma di umori e di tifo. Io credo che sia quelli di CasaPound che coloro che li hanno attaccati avrebbero fatto meglio ad andare a casa a leggere un libro. Per esempio il mio Benito. Storia di un italiano”.
(da Quotidiano.net)
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