IL RUOLO DEI PORTAVOCE CHE SI SONO DISTINTI NEGLI ULTIMI ANNI: DA AUGUSTO RUBEI, RIUSCITO NELL’IMPRESA DI TRASFORMARE DI MAIO DA EX BIBITARO A RISERVA DELLA REPUBBLICA, ALLA “PORTASILENZIO” PAOLA ANSUINI
IL RUOLO DI MORISI E PANDINI PER SALVINI, QUELLO DI GIOVANNA IANNIELLO PER GIORGIA MELONI E IL “PORTAPOCHETTE” CASALINO
Sono diversi i nuovi comunicatori che negli anni si sono distinti per aver inciso positivamente sull’immagine dei propri leader.
Talvolta, instaurando un network di contatti imponente dal punto di vista strategico e relazionale. Tra questi ci sono indubbiamente Augusto Rubei e Paola Ansuini.
Il primo, classe 85 e già portavoce del ministero della Difesa e del ministero degli Affari Esteri, è forse l’unico under 40 in Italia ad aver saputo coniugare una profonda esperienza ai più alti livelli dello Stato, del giornalismo, della comunicazione politica/istituzionale e del management.
Considerato un giornalista autonomo e indipendente, è salito alle cronache per aver ricostruito da zero l’immagine internazionale di Luigi Di Maio alla Farnesina dopo i disastri dei suoi predecessori, oggi è in forza alle relazioni internazionali di Leonardo Spa.
La seconda, cresciuta in Banca d’Italia , viene chiamata nel 2021 da Mario Draghi ai vertici dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi. Soprannominata, con ironia, la “portasilenzio” per i suoi modi sobri e cauti di gestire l’esposizione mediatica dell’ex premier .
Restando tra le file governative, oggi spiccano l’attuale e storica portavoce della premier Giorgia Meloni, Giovanna lanniello e il suo braccio destro Tommaso Longobardi. La lanniello, donna di partito, da sempre legata al centrodestra, iniziò la sua collaborazione con Giorgia ai tempi di Azione giovani. Dal 2008 al 2013 è stata impegnata nella giunta di Gianni Alemanno quando questi ha ricoperto il ruolo di sindaco di Roma.
Luca Morisi e Matteo Pandini per la Lega incarnano invece il momento forse di maggior successo della Lega. Non a caso il primo Governo gialloverde fu pesantemente condizionato dalla strategia aggressiva di Matteo Salvini. Il vero direttore d’orchestra fu proprio Morisi, che […] con La Bestia contribuì a costruire il successo delle Europee del 2019. Non è forse un caso che l’erosione dei voti del Carroccio abbia coinciso con la scelta obbligata di defilarsi. Pandini del canto suo continua a ricoprire il ruolo di portavoce del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Già a capo della comunicazione di Salvini quando sedeva al Viminale, ha un trascorso storico nel Carroccio.
Per il M5S sarebbe impossibile non considerare il social media manager di Giuseppe Conte, Dario Adamo, vero artefice del successo del nuovo capo politico grillino insieme a Rocco Casalino, che alle ultime elezioni ha saputo dimostrare ancora un’ottima visione strategica per il successo del nuovo Movimento. Infine il Partito Democratico, con Monica Nardi e Laura Cremolini.
(da l’Espresso)
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