IL SINDACATO FRENA SULLA SCUOLA, SNALS: “RISCHIOSO RIAPRIRE IL 7, RINVIARE AL 18”
UNA PETIZIONE FIRMATA DA 83 DOCENTI PER NON RIAPRIRE LE SUPERIORI
La riapertura della scuola, il prossimo 7 gennaio, si avvicina, e i numeri dei positivi e l’indice di contagiosità , rimasti alti anche durante la pausa di Natale, aumentano da più parti dubbi e perplessità sull’opportunità di far tornare sui banchi tutti i ragazzi.
Ieri è stato Stefano Bonaccini, a nome delle Regioni, a chiedere un nuovo confronto con il Governo. Oggi sono i sindacati a frenare.
“La riapertura della scuola il 7 gennaio è troppo rischiosa. Stiamo prendendo atto dei problemi dell’aumento dei contagi di questi giorni. Il 18 gennaio potremmo già avere un’idea dell’andamento epidemiologico e decidere a ragion veduta”. A dirlo all’Ansa è Elvira Serafini, segretario dello Snals, uno dei sindacati più rappresentativi della scuola.
Per Maddalena Gissi della Cisl Scuola si legge molto sui giornali, ma “con il Ministero non c’è nessun tipo di confronto. I dirigenti scolastici sono stremati; continuano a fare e rifare orari per le attività didattiche in presenza al 50%. Le famiglie sono confuse, i docenti si stanno reinventando modalità didattiche”, mentre “non è ancora chiaro se alle Regioni sono arrivate le risorse per ampliare la mobilità con mezzi aggiuntivi”. C’è una “dissociazione schizofrenica tra quanto si dice sulla necessità di rientrare a scuola e quanto si riesce a mettere in campo realmente!”. Il 7 si rientrerà ? “La soluzione sarà estratta il giorno della Befana come succedeva un tempo con la Lotteria Italia!”.
Per Pino Turi della Uil Scuola, ”è un errore scaricare sulla scuola le evidenti inadempienze diffuse che la scuola e il futuro del paese subisce e subirà nel tempo”. La campagna di vaccinazione “deve fare perno sulla scuola e non come sta accadendo per i trasporti e lo scaglionamento, su altre sia pure importanti attività che vorrebbero la scuola in posizione ancillare, di adattamento continuo alle esigenze altrui, non volendo capire l’importanza del settore per il futuro sociale ed economico che è evidenziato solo a parole”.
Nel frattempo, sono oltre 83mila le persone, soprattutto docenti, che in pochi giorni hanno sottoscritto la petizione dell’Unsic che chiede di proseguire con la Dad per qualche altra settimana, almeno alle superiori. Entro il 7 gennaio il sindacato punta a superare le 100mila adesioni. “Una maggioranza silenziosa è preoccupata per questo rischio e vuole responsabilmente salvaguardare vite umane e attenuare le sofferenze”.
Per Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, si dovrebbero abbandonare le polemiche politiche e “ci si deve basare sulle evidenze scientifiche rappresentate dal Cts e quindi sì alla riapertura in presenza ma solo se non ci sono rischi per l’incolumità di studenti e personale. La frequenza deve essere ripristinata ma senza turnazioni dannose per l’organizzazione di vita e di studio dei ragazzi, limitando al massimo l’ampiezza degli scaglionamenti”. Per l’Anp “fondamentale requisito è che sui mezzi di trasporto vengano rispettate adeguate misure di sicurezza. Dentro le scuole le regole vengono rispettate e il rischio di contagi è minimo, come attestato da studi internazionali. Chiediamo da mesi che anche fuori dagli istituti scolastici le regole vengano rispettate e che si pratichi uno screening capillare e continuo tramite tamponi rapidi”.
(da agenzie)
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