IL SONDAGGIO CHE GETTA NEL PANICO LA LEGA: PER IL 56% DEI CITTADINI DEL NORD IL REFERENDUM E’ UNA SPESA INUTILE E SOLDI BUTTATI
SALVINI PREOCCUPATO: SE L’AFFLUENZA FOSSE BUONA IL MERITO SARA’ DEI SUOI AVVERSARI INTERNI (MARONI E ZAIA), SE FOSSE SCARSA IL DANNO DI IMMAGINE SAREBBE TUTTO SUO
La «spesa inutile» fa correre un brivido tra i leghisti.
I referendum autonomisti indetti da Lombardia e Veneto rischiano infatti di non essere, proprio per la Lega che li ha voluti, una passeggiata.
Lo spettro è quello della bassa affluenza: in Veneto, dove il referendum ha addirittura un quorum.
Ma anche in Lombardia dove non è necessario raggiungere un tetto minimo. Indetti per il 22 ottobre dai governatori Roberto Maroni e Luca Zaia, non sono stati aiutati dalle vicende catalane.
La vicenda ingenera preoccupazione, si ammette in Lega. Non una buona compagna di strada: «Molti – osserva un leghista di prima fila – hanno appreso dei nostri referendum dopo i fatti di Barcellona. Questo, di certo, non ci aiuta».
Qualcuno già lo chiama il referendum «intempestivo», maturato quando la Lega salviniana ha compiuto la svolta nazionale e il grande momento delle tematiche autonomiste potrebbe essera tramontato
I referendum di Veneto e Lombardia rispettano la Costituzione?
Soprattutto, a non tranquillizzare è il sondaggio svolto per la Lega il 27 settembre da Swg.
La prima domanda è se si ritiene «giusto» l’aver indetto il voto.
E fin qui, siamo in zona di (relativa) tranquillità .
Nel nord est l’aver indetto il referendum è molto o abbastanza giusto per il 56% (contrari il 36%) e nel nord ovest è 51% a 37%, a fronte di una media nazionale di 41 favorevoli contro 44 sfavorevoli.
Sull’utilità del referendum già ci si muove in campo negativo: la consultazione sarà «utile» soltanto per il 45% degli intervistati (di opinione opposta il 48%) nel nord est.
Nel nord ovest, meno ancora: utile per il 41%, di parere diverso il 51%.
Ma le peggiori sono le risposte successive.
La prima riguarda la spesa.
La domanda è se l’intervistato sia d’accordo con chi sostiene che il voto sarà una spesa inutile. Condivide tale punto di vista il 56% degli intervistati nel nord ovest e il 52% nel nord est.
Infine, una questione di opportunità : dato che la Costituzione prevede già la possibilità di una trattativa tra Regioni e Stato per ottenere ulteriori competenze, non era forse meglio impegnarsi subito in tale trattativa?
La risposta è sì per il 49% nel nord ovest e, sorpresa, il nord est è ancora più scettico: meglio la trattativa diretta per il 53% degli intervistati.
Di qui, i tentativi di sostenere il referendum lasciando un po’ da parte il fairplay.
Per esempio, le lettere fatte spedire da parecchi Comuni leghisti. In cui si afferma che il Sì renderà la Lombardia «simile» alle Regioni a statuto speciale.
Il 22 ottobre preoccupa anche i salviniani di stretta osservanza.
Il ragionamento è più o meno il seguente: «Con una buona affluenza, gli avversari interni avrebbero buon gioco a tornare alla carica in nome del nordismo. Con un’affluenza scarsa, sarebbe una sconfitta della Lega. E dunque di Salvini».
Per giunta, la vicenda ha incendiato le polveri in casa sovranista.
Un editoriale di Giorgia Meloni dal titolo «Un oltraggio alla Patria inutile e pericoloso» apparso sul Tempo ha causato la veemente reazione dell’assessore leghista Gianni Fava. Che è tornato a parlare di Roma come di «capitale nordafricana».
E così, lo stato maggiore di Fratelli d’Italia in Lombardia ieri ha chiesto a Maroni: «Siamo curiosi di sapere che cosa ne pensi».
(da “Il Corriere della Sera”)
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