IL SUPERCOMMISSARIO DI GENOVA E’ UN LEGHISTA IN CONFLITTO DI INTERESSI: UNA FIGURA APICALE DI FINCANTIERI CHE ASSEGNA I LAVORI A FINCANTIERI
NON E’ VERO CHE LA MADRE E’ TRA GLI SFOLLATI, ALTRA BUFALA FATTA GIRARE: HA SOLO LA PROPRIETA’ DI UN APPARTAMENTO MA NON CI VIVE
Un manager internazionale, genovese, cresciuto sotto il ponte Morandi: è Claudio Gemme, 70 anni, presidente e amministratore delegato di Fincantieri Sistemi Integrati il supercommissario per la ricostruzione.
«Ho dato la mia disponibilità a fare il commissario, è una bella sfida per chiunque accetti questo incarico – dice Claudio Gemme, ancora titubante a rilasciare dichiarazioni – per me è una scelta difficilissima » .
Nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto Genova, finalmente approdato sulla sua scrivania dopo 45 giorni, il governo, seppur informalmente, ha voluto annunciare anche il nome del supercommissario
Proprio il suo ruolo, apicale, in Fincantieri è apparso però subito stridente con l’incarico che gli verrebbe assegnato: proprio a Fincantieri, è una tetragona posizione del governo, e della sua parte grillina, dal vicepremier Di Maio al ministro Toninelli, sarà assegnata senz’altro la ricostruzione di ponte Morandi.
Scelta che dunque porrebbe lo stesso Gemme in conflitto di interessi, dovendo di fatto assegnare alla propria azienda la ricostruzione. « Ho ovviamente supervalutato la situazione – tiene a precisare, Gemme – darò immediatamente le dimissioni da Fincantieri se riceverò l’incarico».
Il suo nome, seppur ufficiosamente, ha cominciato a circolare ieri dopo che il vicepremier Matteo Salvini ha diramato una sorta di identikit del candidato: « Abbiamo dato un nome, un cognome e un curriculum di altissima professionalità , un genovese che ha girato il mondo » , per la carica di commissario per la ricostruzione. « Coinvolto direttamente, anche tramite la famiglia, nel disastro » , di ponte Morandi, ha aggiunto Salvini. Gemme infatti viene ricordato da molti sfollati di via Porro, perchè crebbe proprio nelle strade ora desertificate dall’evacuazione forzata della zona rossa, proprio sotto il ponte Morandi.
La sua famiglia ha ancora quella casa, anche se i genitori anziani si trovano da tempo a risiedere altrove, in campagna.
Gemme era balzato sulle cronache politiche, al di là dal suo ruolo manageriale di primo piano, l’anno scorso, quando il suo nome era cominciato a circolare, con insistenza: l’alleanza di centrodestra del governatore Giovanni Toti, Fi, e dell’allora suo superassessore alle Infrastrutture, e ora viceministro, Edoardo Rixi, Lega, pensava a lui come candidato sindaco alle amministrative genovesi.
Un cavallo considerato di razza, per disarcionare la storica presa rossa sulla città . A lui, poi, era stato preferito l’altro competitor, pure lui manager con esperienza internazionale, Marco Bucci, che ha conquistato in effetti Tursi.
Un nome, dunque, quello di Gemme che sembra rispondere alle richieste di sindaco e governatore al premier Giuseppe Conte, di indicare un commissario genovese per la ricostruzione. Toti, però, sembrava freddo, ieri, e all’agenzia Dire, ha detto: « Non commento nulla finchè non ho l’ufficializzazione da parte del governo – non deponendo l’ascia di guerra, innervosito per la poca consistenza del decreto Genova e scocca la sua frecciata- in realtà avevo pensato a Cristoforo Colombo, un viaggiatore genovese, visti i profili che stavano circolando»
Divulgare il nome del commissario plenipotenziario del ponte è stata, del resto, un’abile manovra diversiva, per distogliere l’attenzione dal cocente malumore per la delusione del decreto Genova: deflagrata, però, ieri in consiglio regionale.
Il Pd, con rete a Sinistra, ieri ha bloccato i lavori del consiglio per protestare contro Lega e M5S che, compatti, avevano rifiutato di cambiare l’ordine del giorno, e discutere monograficamente del decreto. E proprio il Pd, con Rete a Sinistra e Liguri con Paita, lancia la mobilitazione regionale contro un «decreto vergognoso perchè è vuoto », ha detto il capogruppo Pd, Giovanni Lunardon.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply