“IL VACCINO PER MIO PADRE E’ ARRIVATO NEL GIORNO IN CUI E’ MORTO: NON CHIEDETEMI PIU’ DI CREDERE IN QUESTO STATO”
87 ANNI, MALATO DI ALZHEIMER, E’ STATO CONVOCATO TROPPO TARDI… “IL GOVERNO DOVEVA INTERVENIRE SUBITO, AVOCANDO A SE’ LA TUTELA DEI PIU’ FRAGILI”
Mio padre 87 anni, malato di Alzheimer, e la convocazione per il vaccino è arrivata nel giorno del decesso. Mia madre in lotta tra la vita è la morte. Anziani fragili abbandonati. La mia è una storia semplice e drammatica. Purtroppo simile a quella di molti altri. La beffa che fa provare rabbia
Quale?
La convocazione per il vaccino è arrivata a mio padre il giorno stesso in cui è morto. E io oggi ho perso la fiducia in questo Stato. Nelle istituzioni che non sono riuscite a garantire il più elementare dei diritti
Parole che suonano strane in bocca ad uno come Giorgio Airaudo: segretario della Fiom Piemonte, sindacalista da una vita. Ex parlamentare della Repubblica
Vedo in queste ore, dentro la mia tragedia privata, il segno di un paradosso assurdo che sta vivendo tutto il paese. La nostra folle storia pandemica di questi mesi
Spieghiamolo.
Mio padre Agostino, 87 anni, soffriva di Alzheimer. Mia madre, Lina, 82 anni, malata di Parkinson è rimasta con lui, al suo fianco nel deserto della pandemia, l’unica ad assisterlo quotidianamente. E si è ammalata anche lei.
Terribile.
In un paese civile, un paese in cui si dichiara che i più deboli sono la priorità , due persone come mio padre e mia madre avrebbero dovuto essere state vaccinate almeno da un mese
E invece
Invece nulla. Mio padre è morto quando gli arrivava un appuntamento, dopo mesi di silenzio. Mia madre sta lottando contro la morte. Con il casco Cpap e i grandi flussi di ossigeno in un reparto Covid
Che cosa ti fa più male di questa storia
Che si poteva evitare. Si doveva evitare. Sia per loro sia per tanti altri che non hanno e non trovano voce. Ora si può salvarli
Rispetto alla primavera scorsa, intendi
Certo. Nel 2020 non sapevamo nulla di questa malattia, adesso abbiamo un vaccino. Paesi con me Israele e il Regno Unito si sono già del tutto immunizzati, noi non siamo riusciti a farlo neanche con una categoria anagrafica. Quella più esposta come gli anziani fragili.
Teoricamente erano una priorità
In Germania hanno iniziato a vaccinarli subito, con il personale sanitario, e non solo nelle Rsa
Che cosa è accaduto a loro negli ultimi mesi
Quello che mi fa più male. È accaduto che si sono ritrovati soli. Il centro diurno in cui mio padre era assistito ha chiuso le sue porte, giustamente, per via delle misure anti-Covid
Risultato
Tutte le famiglie dei fragili hanno dovuto rispondere correndo e facendo correre dei rischi ai loro anziani
E loro due
Erano stati segnalati come “prioritari” dal loro medico di base. Nessuno ha ritenuto di doverli convocare tra i primi
Tu fai una riflessione importante, che supera il caso personale.
Questa generazione, quella di mio padre, di mia madre, di tanti altri, è una generazione che ha costruito l’Italia di oggi. È la nostra memoria storica.
Cosa abbiamo sbagliato
Tutto. Se io vado a vedere i numeri assoluti della campagna vaccinale scopro che abbiamo raccontato una cosa e ne abbiamo fatta un’altra.
Perchè
Il racconto delle istituzioni nella lotta al virus è l’opposto della realtà
Cioè?
Abbiamo, anzi, hanno detto, di aver tutelato gli anziani, e i più deboli. Ma in realtà hanno vaccinato in prevalenza più giovani.
E come te lo spieghi
Ha prevalso il caos, la mancanza di coordinazione, il battere i pugni di questa o di quella categoria, questo o quel colore politico. Ma il dato finale è quello, e non si può negare
Quelli che volevano il vaccino hanno fatto pressione
Esatto. Solo che per loro, i più giovani, intendo, il vaccino è la differenza fra ammalarsi o meno. Per questi anziani fragili questo vaccino è la differenza tra la vita è la morte. Possibile che non ci ci si renda conto di questo
Come è potuto accadere
Questa generazione, quella dei settanta — ottantenni, non fa manifestazioni di piazza. Non è protetta da gruppi di interesse. Aveva fiducia nelle istituzioni. Ha sperato invano
Hanno atteso il loro turno. Lo stanno ancora facendo
Per mia madre e mio padre, come per tanti altri, non è arrivato. E non arriverà mai.
Giorgio Airaudo, segretario dei metalmeccanici della Cgil del Piemonte è calmo, pacato, nei toni. Ma si dichiara “umanamente distrutto”. E sceglie di parlare, da uomo e da cittadino, perchè pensa che questa denuncia sia utile. Non più per se o per la sua famiglia (purtroppo), ma per gli altri. Quelli che ancora oggi rischiano
Cosa pensavano loro, prima di questa tragedia
Ci era stato detto che in Piemonte tutti gli ottantenni sarebbero stati vaccinato entro metà marzo. Loro ci avevano creduto
Così non è stato
Esatto. Ma in Piemonte, come in tanti altri luoghi, non si sono nemmeno avvicinati all’obiettivo
È un pensiero che ti fa male in queste ore
Certo. Se lo avessero fatto, oggi mio padre sarebbe ancora vivo. Mia madre non sarebbe in un letto di ospedale a combattere
Ha avuto idea di come si siano contagiati?
Pensiamo che il virus possa essere arrivato da una persona che li assisteva. Che ovviamente non ha nessuna colpa. E qui c’è un altro tema
Quale?
Se le strutture pubbliche ti abbandonano perchè si blindano, bisogna vaccinare anche i caregiver, chi aiuta, le badanti, i volontari. Altrimenti si vanifica tutto. Questa, per me, insieme agli operatori sanitari deve essere la sola priorità . Ripeto: proteggere chi rischia la vita.
E le regioni?
Un fallimento enorme. Che è sotto gli occhi di tutti. Se non riescono a tutelare i più fragili, a chi servono? A cosa? È una domanda da farsi. Il decentramento è utile se avvicina le istituzioni ai cittadini, se aumenta la velocità di risposta. Non se diventa latitanza e lontananza. Ma soprattutto: nel Lazio mio padre è mia madre sarebbero già vaccinati
E dunque
Il tema della parità di accesso alla cura viene riproposto prepotentemente dalla pandemia. In tutti i suoi aspetti, ma soprattutto sulla campagna vaccinale
Ovvero
Ho diritto ad essere protetto perchè sono anziano e fragile e perchè sono un cittadino italiano. Non perchè sono un piemontese, un veneto o un campano. Magari in modi e com priorità diverse
Che cosa vorresti?
Che il governo intervenisse subito avocando a se la tutela dei più fragili. Passando sopra qualsiasi ridicola pretesa di autonomia. Uguali nei diritti di fronte alla malattia
Hai scritto una toccante lettera pubblica per denunciare questa ingiustizia
Lo ripeto, dobbiamo molto a questi nostri anziani. Per me questa è la generazione che è cresciuta con il boom, che ha fatto le fortune industriali di questo paese, che ha pagato le tasse fino all’ultimo centesimo. Non se le meritano. Non meritano di morire così, abbandonati al virus.
(da TPI)
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