IL VICE DI SALVINI DENUNCIATO PER PECULATO: VIAGGI E CENE PER RIXI, CANDIDATO PRESIDENTE DELLA LEGA ALLA PROSSIME REGIONALI IN LIGURIA
RIXI COME SERGIO ENDRIGO: LA FESTA APPENA COMINCIATA E’ GIA’ FINITA… LA GUARDIA DI FINANZA DENUNCIA ANCHE I LEGHISTI BRUZZONE E TORTEROLO
La relazione è stata consegnata in Procura tre giorni fa, accompagnata da alcuni contenitori di carte e scontrini.
Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza denuncia vari esponenti del gruppo regionale Lega Nord per le spese sostenute in particolare fra il 2010 e il 2012, ipotizzando il reato di peculato.
Nello specifico, le Fiamme Gialle indicano al sostituto procuratore Francesco Pinto i nomi di tre politici: Edoardo Rixi, capogruppo nel periodo incriminato, Francesco Bruzzone, storico esponente del Carroccio nell’assemblea regionale, e Maurizio Torterolo.
Nel mirino dei militari, in base alle poche informazioni che trapelano in queste ore dagli inquirenti, sono finiti di sicuro viaggi avvenuti talvolta nel week-end e parcheggi, oltre a immancabili pranzi e cene.
Il magistrato nelle prossime ore deciderà se iscrivere il nome dei leghisti sul registro degli indagati e convocarli eventualmente per un interrogatorio.
Rixi, oltre ad essere il vicesegretario federale scelto da Matteo Salvini, è il candidato della Lega Nord alla presidenza della Regione ed è stato il primo a scendere ufficialmente in campo, prima che il centrosinistra proclamasse Raffaella Paita attraverso primarie piuttosto turbolente, con tutto quel che ne è seguito.
Sebbene la scelta d’indagare Rixi e i due compagni di partito spetti esclusivamente al pubblico ministero, l’accelerazione della Guardia di finanza rappresenta comunque uno snodo cruciale.
Le Fiamme Gialle erano state incaricate di passare al setaccio in primis gli scontrini che i partiti si sono fatti rimborsare nell’ultima legislatura, iniziata nella primavera 2010, concentrandosi in particolare sul biennio 2010-2012.
E hanno via via segnalato quelli che ai loro occhi erano stati comportamenti di rilievo penale: ogni consigliere che in precedenza era stato denunciato, è stato in seguito destinatario di un avviso di garanzia per l’uso disinvolto dei fondi a disposizione dei gruppi regionali.
Fino a questo momento sono 17 (di cui 14 fra consiglieri, o ex, regionali) le persone indagate nell’affaire spese pazze: Roberta Gasco (ex Udeur e Forza Italia) e Lorenzo Castè (ex Rifondazione) per la legislatura 2005-2010, gli altri per quella successiva. Si tratta di Nicolò Scialfa, Maruska Piredda, Marylin Fusco e Stefano Quaini, tutti ex Idv che si sono dimessi dall’assemblea, ancorchè in momenti diversi; Nino Miceli (Pd), Rosario Monteleone (Udc), dimissionario dalla presidenza del consiglio regionale ma ancora consigliere, e il suo “delfino” Marco Limoncini, sempre dell’Unione di Centro; Franco Rocca (ex Pdl, oggi Ncd), Alessio Saso (ex Pdl, oggi Ncd), Luigi Morgillo (ex Pdl, oggi Forza Italia), Raffaella Della Bianca (ex Pdl, passata al Gruppo misto) e Aldo Siri (Lista Biasotti).
A questi si aggiungono Giovanni Paladini (ex plenipotenziario Idv, indagato per fatti che avrebbe commesso mentre non ricopriva la carica di consigliere), Mario Amelotti (tesoriere Pd) e Giorgio De Lucchi (ex tesoriere Idv).
Ora tocca al gruppo leghista che in Liguria non ha buoni precedenti, a cominciare dalla vicenda Belsito.
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