IL VICEQUESTORE BOVE AL PM: “LO HANNO COLPITO ANCHE A TERRA, QUANDO ERA INERTE”, PARLA IL FUNZIONARIO CHE HA PROTETTO IL GIORNALISTA
SONO OTTO GLI AGENTI IDENTIFICATI PER IL PESTAGGIO DEL GIORNALISTA: SONO DEL REPARTO MOBILE DI BOLZANETO, NON ERANO DI FUORI GENOVA
“I poliziotti del reparto mobile che hanno ferito il giornalista Stefano Origone indossavano delle maschere anti gas ma ho visto E lo hanno colpito con i manganelli anche dopo averlo fermato, quando ormai era inerme”.
Sono le prime indiscrezioni sulla relazione di servizio del vice questore Giampiero Bove che ha soccorso e protetto il giornalista Stefano Origone ferito in più parti del corpo durante gli scontri divampati giovedì scorso in piazza Corvetto in occasione della manifestazione di CasaPound.
Bove non è stato tenero con i colleghi affermando che quando ha riconosciuto Origone si è gettato sopra di lui per ripararlo da altri colpi gridando a tutti di fermarsi perchè era un giornalista.
Poi siccome il cronista era molto scosso, quasi terrorizzato, l’abbracciato e l’ha rassicurato gridandogli ‘sono Giampiero, stai tranquillo, stai tranquillo’. Solo allora si è calmato”.
Cinquantuno anni, una lunga esperienza come dirigente o funzionario fra i commissariati, da Chiavari, Rapallo e San Fruttuoso, Bove era in servizio anche al G8 del 2001, ma non è stato sfiorato dalle inchieste sulle violenze: «Io non sono un eroe, credo che siamo addestrati per atterrare e immobilizzare una persona quando serve. A quel punto, se chi hai di fronte non resiste, non c’è bisogno di dare una seconda manganellata. Io sono di questa opinione, sono fatto così, ma non siamo tutti uguali.”
Fanno tutti parte del VI Reparto Mobile di Genova- Bolzaneto.
Otto nomi sono già sotto l’attenzione del pm Gabriella Dotto a cui è stata assegnata l’inchiesta per lesioni personali. La lista degli otto agenti è stata fornita dallo stesso Bove, che ieri pomeriggio è salito a Palazzo di Giustizia ed è stato interrogato come testimone.
Nei video acquisiti dalla polizia e dalla magistratura si vedono gli otto uomini accanirsi su Stefano già a terra. Uno degli agenti è inquadrato in viso; un altro non ha in mano un manganello, ma imbraccia un fucile di quelli che sparano lacrimogeni. Un altro ancora non è in tenuta antisommossa, ma in abiti borghesi con una felpa grigia. Non fa parte della squadra, ma del ” dispositivo di difesa”.
(da agenzie)
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