“IN ITALIA IL RECORD MONDIALE DI PRESSIONE FISCALE, SIAMO AL 53,2%”: LA DENUNCIA DI CONFCOMMERCIO
SANGALLI: “SENZA CRESCITA MANOVRA A OTTOBRE”
“Se non cresciamo, non solo i problemi non si risolvono, ma si acuiscono. E non si può escludere che a ottobre, per questi motivi, sarà necessaria una manovra correttiva”.
Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel corso del suo intervento a un convegno di Confcommercio ha lanciato il suo monito al governo Renzi.
“Non c’è bisogno di una manovra correttiva per il 2014” ha subito replicato il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, intervenuto a un convegno della Confcommercio.
“Continuare a parlare di manovra correttiva è negativo e non serve a nulla. Non perchè dobbiamo edulcorare la pillola ma perchè sono convinto che le cose siano così”. Morando ha sottolineato che “se entriamo nel 2015 con il tasso di crescita quasi assente come quello attuale, ci sarà un effetto trascinamento negativo che dobbiamo affrontare”.
Le regole del Fiscal Compact danno all’Italia come a tutti i paesi europei la possibilità di “reinterpretare la legge di bilancio”; “quelle norme hanno la caratteristica di essere meno stupide delle precedenti perchè basate su obiettivi strutturali, che tengono conto dell’andamento del ciclo. Se il ciclo peggiora rispetto alle previsioni di bilancio allora la legge di bilancio deve essere reinterpretata. Non c’è bisogno di una manovra correttiva per il 2014, il che non vuol dire che non siamo preoccupati per il ciclo. Dopo di che le decisioni di finanza pubblica per il 2014-2015 saranno prese in una fase enormemente impegnativa che avrà il suo centro nel successo o insuccesso della revisione della spesa”.
“È meglio — ha proseguito Sangalli – una scomoda verità subito che un lento stillicidio di confuse illazioni che deprimono le aspettative di famiglie e imprese. E per favore, abbandoniamo l’idea di nuove tasse e di ulteriori eventuali prelievi: le tasse sono la mortificazione della crescita”.
Tutti i Paesi europei, ha aggiunto il presidente di Confcommercio, “crescono poco, ma l’Italia è ferma”.
L’allarme di Confcommercio. Le tasse uccidono la crescita.
Dallo studio condotto emerge che a fronte di un aumento della pressione fiscale in Italia del 5% dal 2000 al 2013, il pil procapite è sceso del 7%.
In Germania nello stesso periodo la pressione fiscale è diminuita del 6% mentre il pil reale procapite è aumentato del 15%.
In Svezia, paese fuori dall’Ue ad esempio, la pressione fiscale nello stesso periodo è scesa del 14% e il pil reale procapite è aumentato del 21%.
“Per favore – ha detto il presidente Sangalli – abbandoniamo l’idea di nuove tasse e di ulteriori eventuali prelievi: le tasse sono oggi la mortificazione della crescita. Le performance del 2014 sono compromesse, non distruggiamo le basi per la ripresa del 2015”.
“L’italia – ha evidenziato Sangalli – è ferma”. Dal 2008 al 2013 l’Italia ha perso in termini di pil reale procapite l’11,6%.
Peggio ha fatto solo la Grecia con un -23,2%. La Germania ad esempio nello stesso periodo ha visto crescere il pil reale procapite di 4,4 punti percentuali. La Francia ha perso 2,3 punti.
(da “Huffingtonpost”)
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