INDOVINATE A CHI VA IN CULO IL TAGLIO DI 16 MILIARDI DI PROGETTI DAL PNRR? A CHI VIVE NELLE PERIFERIE DISAGIATE
ALLA RIGENERAZIONE URBANA ERANO DESTINATI 3,3 MILIARDI E ORA, CON IL “DEFINANZIAMENTO”, RESTANO SOSPESI I PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE DEL CORVIALE E DI TOR BELLA MONACA A ROMA, DI SCAMPIA A NAPOLI E DELLE PERIFERIE PROBLEMATICHE DI TORINO, BARI, GENOVA, VENEZIA E FIRENZE
Il governo le ha definite «misure per le quali si propone il definanziamento dal Pnrr». Una formula un po’ asettica per dire che al momento 15,8 miliardi di euro, relativi agli interventi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono revocati. In particolare è una tabella a indicare che tra le misure escluse figurano gli «investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale», destinatari fino alla settimana scorsa di 3,3 miliardi.
Le risorse sono, per esempio, quelle che il Comune di Roma aveva scelto di utilizzare per i piani di riqualificazione di periferie o aree «complicate» come Corviale, Tor Bella Monaca e Santa Maria della Pietà. Tre progetti dove l’apertura dei cantieri era stata fissata per il prossimo mese di dicembre, tanto che il Campidoglio si è portato avanti aggiudicando appalti per 180 milioni per la progettazione definitiva e l’avvio dei lavori.
Dal governo, a cominciare dal ministro Raffaele Fitto, è stato un susseguirsi di rassicurazioni per ribadire che i progetti non verranno cancellati e che le risorse definanziate saranno rimpiazzate con altri soldi, attingendo ad altri fondi. La linea dell’esecutivo di dirottare 15,8 miliardi di stanziamenti del Pnrr sul capitolo RepowerEu, il progetto europeo per il risparmio e la diversificazione nell’approvvigionamento di energia, è dettata dal timore di non centrare gli originari obiettivi del Piano fissati per il 2026, perché molti interventi sono ormai incompatibili con quella scadenza.
Un destino analogo è riservato alle risorse che avrebbero dovuto ridare dignità al Corviale, il complesso residenziale, noto con il nome di «Serpentone» perché lungo oltre un chilometro, situato nella periferia sud-ovest della capitale. La situazione di Roma è la stessa del comune di Napoli, con il sindaco Gaetano Manfredi che non fa mistero di scetticismo. Il timore è di vedere sfumare l’avvio dei cantieri per la demolizione delle Vele di Scampia, il complesso residenziale nella periferia nord della città.
Il progetto prevede anche la ricostruzione di 433 alloggi con l’obiettivo di edificare un’area residenziale dotata di una rete di servizi e di spazi aperti, un intervento analogo riguarda il quartiere di San Giovanni a Teduccio. Oltre a progetti simbolici, come Scampia e Corviale, a ballare per effetto del definanziamento al Pnrr sono innumerevoli interventi disseminati nelle periferie di Torino, Bari, Genova, Venezia e Firenze.
(da Corriere della Sera)
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