INTELLETTUALI E GIURISTI AL PD: “SIATE LIBERI, NO ALL’ITALICUM”
APPELLO DI 50 PERSONALITA’: “RENZI FA MALE AL PAESE”
Oltre cinquanta costituzionalisti, intellettuali e giuristi firmano una petizione-appello per spronare i deputati a fermare l’Italicum, una legge elettorale che definiscono “pericolosa”.
In calce i nomi di Barbara Spinelli, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Nadia Urbinati, Massimo Villone Gaetano Azzariti; un elenco molto lungo e un testo molto duro: “È grave che si arrivi a una legge elettorale che non cancella le storture del Porcellum, e non tiene conto dei chiari principi posti dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 1 del 2014, sulla rappresentanza e sul voto libero e uguale come pietre angolari del sistema democratico. Principi che vengono ulteriormente lesi dalla riforma costituzionale, contestualmente in discussione, che da un lato addirittura elimina il diritto dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti in Senato — in chiara violazione dell’art. 1 della Costituzione — e, dall’altro, determina una abnorme concentrazione di poteri in favore dell’esecutivo e in particolare del Presidente del Consiglio”.
Questa petizione-appello porta la data del 24 aprile, nel frattempo, Matteo Renzi non è intervenuto per riscrivere l’Italicum e rispettare la Costituzione, ma ha ingaggiato un duello con le opposizioni, anche con la minoranza dem, e pare intenzionato a sfruttare una miriade di trucchetti per neutralizzare il naturale ostruzionismo.
Palazzo Chigi vuole azzerare la discussione a Montecitorio con due mosse: rinvio al mese di maggio per ottenere il contigentamento dei tempi, così impedisce la discussione; una sequenza di voti di fiducia, da domani per le pregiudiziali di costituzionalità , sino all’ultimo maxi-emendamento per l’approvazione definitiva.
Sta per accadere proprio quello che i costituzionali vogliono impedire: “È grave che si giunga alla fase conclusiva dell’iter legislativo della revisione costituzionale e della legge elettorale attraverso ripetute forzature e violazioni di prassi, regolamenti, e persino della stessa Costituzione, che vanno dalle straordinarie accelerazioni nei lavori alle sostituzioni forzose di dissenzienti, con palese lesione delle garanzie riconosciute a ciascun parlamentare dalla Costituzione, garanzie certamente non derogabili dai regolamenti del Gruppo. Forzature e violazioni che potrebbero ora giungere addirittura alla negazione del voto segreto a richiesta sancito dal regolamento Camera per la legge elettorale”.
La petizione-appello fa riferimento ai dissidi interni ai dem, proprio mentre i retroscena fanno sapere agli avversari di minoranza che esiste una “lista Lotti” che contiene l’identità di una quindicina di “duri e puri”, perchè gli appartenenti alla ditta dell’ex segretario Pier Luigi Bersani non sono disposti a far cadere il governo, conseguenza minacciata da Renzi: “È grave che tutto questo accada per scelta della maggioranza del Partito Democratico, minoranza in Parlamento e nel Paese, la quale, mediante i meccanismi della disciplina interna di partito, e con la minaccia dello scioglimento delle Camere, pretende di imporre la propria volontà al fine di smantellare l’architettura democratica della nostra Costituzione, costruita sull’amplissimo consenso di tutte le forze antifasciste, attente ai diritti e alle libertà ”.
Come riporta il documento scritto per mobilitare i deputati, la Camera è pur sempre un’assemblea piena di eletti illegittimi per colpa dello proporzionato premio di maggioranza del Porcellum.
E l’Italicum fa paura perchè legato a una riforma costituzionale che sfigura il Senato e lo riduce a un dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci.
Carlo Tecce
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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