INTERVISTA A FINI: “LA DESTRA DI OGGI E’ LONTANA MILLE MIGLIA DA AN”
“SE LA DESTRA SI RIDUCE A SALVINI E MELONI, RENZI GOVERNERA’ PER DIECI ANNI”… “TANTI ELETTORI DI DESTRA NON VOTERANNO MAI LEGA”
“La destra in vent’anni è cambiata perchè è cambiato il Paese», parola di Gianfranco Fini. E “se il leader della destra del futuro sarà Salvini, Renzi, l’asso pigliatutto, resterà al governo per dieci anni”.
Presidente Gianfranco Fini, dell’idea che, vent’anni fa, portò la destra al governo, cosa resta oggi?
“Alleanza Nazionale è stata la dimostrazione che può esistere una destra che ha cultura di governo. Rispetto alla storia precedente, quella del Movimento Sociale, la grande trasformazione non fu soltanto quella relativa ad alcuni principi programmatici, che sono quelli del congresso di Fiuggi, ma fu nella volontà di dimostrare che chi votava a destra non aveva solo un ruolo di rappresentanza e di opposizione”.
Come avvenne?
“Grazie all’alleanza che si creò con Forza Italia e la Lega. Ci fu una congiuntura favorevole: la nascita di FI, l’alleanza con Berlusconi, con la Lega e con Casini”.
La differenza tra il Msi e An?
“Il Msi era una formazione figlia di un’epoca in cui la politica era basata sulle ideologie. An segnò uno dei primi momenti postideologici. Leo Valiani, che certamente non era sospettabile di simpatie per la destra, scrisse testualmente: a Fiuggi può nascere il partito della Nazione. Ironia della sorte la stessa definizione che oggi Renzi applica al Pd. La differenza tra il Msi e An è collegata all’evoluzione storica del Paese. Un po’ la stessa differenza che intercorreva tra il Pci e il Pds”.
E la destra che c’è oggi?
“Purtroppo è mille miglia lontana da questa fisionomia che aveva An. Perchè oggi la destra è rappresentata da tre soggetti: Forza Italia che è un asset aziendale, poi i Fratelli d’Italia che si sono ridotti ad essere una costola della Lega, con posizioni sempre più antieuropeiste e sempre più improntate ad una polemica sull’immigrazione clandestina. E poi c’è la Lega, una destra minoritaria, protestataria, di stampo lepenista, una destra che può raccogliere dei voti, ma che rappresenta un’assicurazione sulla vita di Renzi, il quale governerà per altri dieci anni, se la destra avrà come baricentro la Lega”.
Perchè Salvini ha successo?
“Il consenso leghista al nord c’è sempre stato e c’è. Io ho molti dubbi che ci sia un consenso altrettanto rilevante al centrosud, dove c’è la corsa sul carro del vincitore, da parte di segmenti del ceto politico”.
E i sondaggi?
“I sondaggi confermano che c’è una crescita: Salvini è l’unico attore protagonista, FI è talmente confusa nella linea politica e talmente condizionata dagli interessi di Berlusconi, da perdere progressivamente credibilità . Altri soggetti non ce ne sono e Salvini riempie questo spazio. Ma attenzione: incontro elettori che mi dicono che non voteranno mai per la Lega, qualche esponente politico, qualche consigliere fa un pensierino a candidarsi. La distinzione tra ceto politico ed elettori è fondamentale”.
Lei è sempre un convinto bipolarista?
“Il bipolarismo non c’è più: da qualche anno è sulla scena un terzo polo, rappresentato da Grillo. Ma qui siamo in presenza di un asso pigliatutto: il Pd, che si allarga sempre di più verso il centrodestra e c’è l’incapacità di contrapporre, da parte del centrodestra, una fisionomia programmatica e una prospettiva”.
Ma che differenza c’è, oggi, tra destra e sinistra?
“Le differenze ci sono, però non sono più nette come un tempo: la sinistra era comunista e la destra era liberal-democratica. Una volta era bianco o nero, oggi ci sono mille sfumature di grigio. Oggi per la destra l’interesse nazionale è perfettamente compatibile nell’ambito di una identità europea, per la sinistra questa identità europea finisce per prevalere”.
Antonio Angeli
(da “il Tempo”)
Leave a Reply