INTERVISTA A FINI: “SE C’E’ VENDOLA NON CI STIAMO”
“ANCHE CASINI LA PENSA ESATTAMENTE COME ME” … “NEL 2013 RIPARTIREMO DAL LAVORO DI MONTI”
Coerenza, Per il presidente della Camera è impensabile un’alleanza con i partiti che hanno contrastato l’azione del governo Monti, anche perchè il «risanamento non è finito»
Monti è al sicuro, presidente Fini, o c’è chi ancora spera di votare a ottobre?
«Elezioni in autunno causerebbero all’Italia danni inimmaginabili. E per quanti irresponsabili possano esserci in giro, escludo che vogliano spingersi a tanto. Semmai vedo un altro rischio. Che l’ultimo scorcio di legislatura, anzichè spingere Pd e Pdl a sostenere il governo, li renda sempre più interessati a piantare bandierine qua e là … Mi auguro che sappiano resistere alla tentazione».
Dovrebbero votare i tagli di spesa senza fiatare?
«No, anzi io credo che le parti sociali e i gruppi politici abbiano ragione quando invitano Monti, il quale ne è ben consapevole, a varare il decreto della spending review dopo un sia pur minimo confronto preventivo. A patto che questo confronto non diventi, si capisce, una telenovela».
I tagli al pubblico impiego si preannunciano sanguinosi…
«Intervenire sul numero dei dipendenti si può, anzi si deve. Sempre ricordandoci dove possiamo ottenere i veri risparmi. Qui parlano chiaro i dati di bilancio. Quelli del 2011 dicono che, solo per acquisti di beni e servizi della pubblica amministrazione, sono stati spesi 140 miliardi di euro».
Una montagna.
«Cresciuta negli ultimi 5 anni del 17 per cento per quanto riguarda la spesa dei ministeri, del 23 per quella dei comuni, del 37 per le regioni e addirittura del 50 per cento nella sanità ».
Quindi sarebbe sbagliato concentrare i tagli sul numero dei dipendenti…
«Incominciamo col risparmiare sui beni e servizi. A quel punto molti timori sul pubblico impiego e sui tagli al sociale sarebbero ridimensionati».
Al posto di Monti, che altro farebbe?
«Poichè l’Imu è una sorta di patrimoniale, prenderei in considerazione l’ipotesi di detrarla dalla dichiarazione dei redditi».
Che può fare di buono il Parlamento di qui alla primavera 2013?
«Deve occuparsi di riforme. A cominciare da quella, ineludibile, del sistema elettorale. Se vogliamo davvero rilegittimare il ceto politico, non si può fare a meno di restituire intera ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Quindi meglio collegi maggioritari dove venga eletto chi arriva primo, e perfino i leader dei partiti corrano il rischio di restare fuori».
Alfano vi sfida ad approvare il semi-presidenzialismo con doppio turno. Accetta il guanto?
«Da 30 anni sostengo il modello francese, e non ho certo cambiato idea. Però questo baratto con cui Lega e Pdl stanno ipotizzando un’elezione diretta del Presidente in cambio del Senato federale, sembra solo un’operazione propagandistica e Fli ha contribuito a bocciarla. Bene fa Napolitano a ricordare che queste riforme debbono essere largamente condivise. Già nel 2006 la riforma costituzionale del centrodestra venne bocciata al referendum confermativo per il mancato appoggio della sinistra. E referendum ci sarà pure stavolta».
Torniamo alla legge elettorale.
«Deve garantire stabilità . La sera in cui si apriranno le urne il mondo vorrà sapere chi governerà questo paese. Non possiamo permetterci situazioni di tipo greco. Già ora, all’estero si chiedono: dopo Monti, che succederà in Italia?».
Ecco: che succederà dopo Monti?
«C’è grande incognita. Io mi auguro che venga superata con la nuova legge elettorale e con alleanze che nascano dai programmi, dalle cose da fare. Andrebbe evitato invece il teatrino delle coalizioni “contro” qualcuno e non “per” qualcosa, dove viene dimenticato o si considera ininfluente tutto quello che il governo e la maggioranza hanno fatto per senso di responsabilità . Lei lo vede Bersani che tiene un comizio con Di Pietro o con Vendola, senza poter dire una parola su mercato del lavoro, pensioni, tagli alla spesa e su tutto il complesso delle riforme perchè gli altri due sarebbero in disaccordo?».
Su Vendola, l’Udc aveva dato segnali di apertura…
«Credo che Casini la pensi esattamente come me. Identica difficoltà avrebbe Alfano se si trovasse Maroni a fianco: fino al giorno prima su fronti opposti, e il giorno dopo come se nulla fosse insieme…».
Il Polo che lei e Casini interpretate, con chi conta di stringere alleanze?
«Anzitutto con le personalità , le associazioni, le liste che nascono dalla società civile e anche alle ultime Amministrative hanno dimostrato di non essere un fenomeno passeggero».
Okay. Ma tra i partiti tradizionali, quali possono essere i vostri potenziali partner?
«Quelli che si collocano entro il perimetro rappresentato dalla maggioranza attuale. Non possono essere la Lega, la Destra di Storace, l’Italia dei Valori e Sel per il semplice motivo che l’azione di risanamento e sviluppo avviata da Monti non potrà certo ritenersi conclusa alle prossime elezioni. Anzi, di lì dovrà ripartire».
Ugo Magri
(da “La Stampa”)
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