INTERVISTA A FORMIGLI: “INTERCETTAZIONI, LA POLITICA VUOLE GIORNALI ADDOMESTICATI”
IL CONDUTTORE DI “PIAZZA PULITA”: “CHI ESERCITA IL DIRITTO DI CRONACA DEVE ESSERE TUTELATO QUANDO I FATTI SCOPERTI SONO DI INTERESSE PUBBLICO”
Cresciuto nella scuderia di Michele Santoro, diventato conduttore di un talk show di successo come Piazzapulita, Corrado Formigli ha le idee molto chiare sull’emendamento di Area popolare che prevede il carcere per gli autori di registrazioni pirata.
Cosa pensa di questa vicenda?
“Do per scontato che chi esercita il diritto di cronaca, che è un diritto garantito dalla Costituzione, venga tututelato quando i fatti scoperti sono di interesse per l’opinione pubblica”.
Nell’emendamento, le limitazioni riguardano solo i fatti che costituiscono reato. È d’accordo?
“No. Esiste anche un interesse pubblico riguardo ad alcune registrazioni che va tutelato quanto la privacy dei singoli cittadini. Dev’esserci una compensazione di interessi. Per come la si sta raccontando, questa norma è insidiosa per il diritto di cronaca. Come minimo mi aspetterei che se ne discutesse apertamente, con il coinvolgimento di tutte le parti in causa, e non che spuntasse a fine luglio, alla chetichella”.
Accade periodicamente. Secondo lei perchè?
“Perchè la politica sogna giornalisti che fanno il compitino e vanno a casa presto la sera, mentre il nostro mestiere è anche farci gli affari degli altri. Non sempre le registrazioni che pubblichiamo rivelano reati, ma fatti di opportunità politica, conflitti di interessi, relazioni discutibili che i cittadini hanno il diritto di conoscere”.
Non crede che a volte si sia esagerato?
“È successo che si sia abusato dell’uso delle intercettazioni mettendo in piazza fatti personali e privati, ma questo non ha niente a che fare con il diritto di cronaca. Dev’essere quello, il discrimine”.
Ha mai avuto problemi per registrazioni pirata mandate in onda?
“Leggo che il Movimento 5 Stelle è in prima linea nel contrastare questa norma. Fa loro molto onore, perchè sono stati vittima della registrazione in cui Giovanni Favia parlava di Gianroberto Casaleggio lamentando il suo strapotere. Avevamo pubblicato quelle parole per il diritto dei cittadini di conoscere il funzionamento di un partito importante nel panorama politico italiano”.
Un’altra volta toccò a Berlusconi.
“Era una telefonata con un parlamentare dell’allora Pdl in cui l’ex premier accusava Napolitano di orientare la sentenza Mediaset in Cassazione. Chi può dire che non fosse rilevante? Sarebbe assurdo mettere in carcere l’autore di quella registrazione. È solo un giornalista che ha fatto il suo dovere”.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica“)
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