INTERVISTA A GIORGIA LINARDI: “ORA AVETE VISTO CHE NON SONO LE ONG AD ATTIRARE I MIGRANTI”
LA PORTAVOCE DI SEA WATCH: “GLI SBARCHI AUTONOMI NESSUNO LI VOLEVA VEDERE PRIMA, ERA PIU’ FACILE DIFFAMARE LE ONG”… “QUESTO GOVERNO NON E’ DIVERSO DAL PRECEDENTE, CI BLOCCANO IN PORTO CON PRETESTI AMMINISTRATIVI”…”18 INCHIESTE SULLE ONG SENZA ESITO”
Giorgia Linardi, portavoce della organizzazione non governativa Sea Watch, parla con HuffPost degli sbarchi sulle nostre coste ai tempi del Covid, sbarchi che dimostrano quanto l’accusa di essere dei “taxi del mare” fosse esclusivamente strumentale.
Quello dei migranti è al solito un tema che agita non poco il governo, che lei ritiene “non in discontinuità con quello precedente” sia sulla Libia che sul rapporto con le organizzazioni non governative.
Tra le misure in arrivo, certo, c’è lo stop alle multe amministrative per le Ong, percepito da alcuni osservatori come il segnale di un cambio di rotta. Ma da solo non basta: “Peccato che ad oggi ci siano ben quattro navi in fermo amministrativo”.
Ci aiuti a sfatare un mito. L’Ispi con un recente fact checking ha scoperto che il presunto ‘pull factor’ delle Ong non trova riscontro nei dati. In particolare sulle coste libiche, la presenza o meno delle navi di pronto soccorso al largo praticamente non influisce sul numero dei migranti partiti.
Ci sono anche altri studi, come quello effettuato dallo European Institute, che dimostrano che la correlazione non c’è. In realtà si tratta di un assunto piuttosto logico che però è diventato necessario dimostrare perchè la politica ha fatto della parola pull factor uno dei suoi motti di propaganda più forti negli ultimi anni.
Oggi infatti si parla più di arrivi con barchini. Tutto il clamore sollevato dal precedente governo, ad esempio sulla comandante della Sea Watch Carola Rackete, che un anno fa venne arrestata a Lampedusa per avere raggiunto il porto nonostante il divieto delle forze dell’ordine, era stato nient’altro che strumentale?
“Era propagandistico, perchè è chiaro che avere in mare la presenza di navi umanitarie che denunciano quella che è la situazione, è scomodo. È evidente che non è la presenza da anni di qualche nave tra l’Africa e l’Europa che può determinare i flussi migratori tra i due continenti. Solo dirlo fa capire come non sia assolutamente possibile. Detto questo, il clamore è servito per rafforzare il sentimento di diffidenza da parte dell’opinione pubblica nei confronti delle Ong e del loro lavoro nel voler contestualmente portare avanti una politica di contenimento in Libia che di fatto non propone nessuna soluzione alternativa sostenibile che tenga conto minimamente della salvaguardia della vita umana
E adesso com’è la situazione?
Gli investimenti che stiamo facendo come Italia e come Unione europea in Libia per ciò che riguarda la migrazione è rivolta solo al contenimento, ma senza focalizzarci sulla costruzione di alternative sicure e comunque al costo del sacrificio di queste persone perchè il contenimento avviene in un paese in guerra, dove da anni è noto il trattamento riservato alle persone migranti.
Rispetto al tema del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o di altri reati, dei 18 filoni di inchiesta che sono stati aperti nei confronti di Ong dal 2017 a oggi, 5 sono stati archiviati, mentre dei 13 che restano, nessuno è ancora arrivato in tribunale, sono tutti ancora fermi alle indagini. Che significato gli dà ?
Non è normale che ci siano tredici indagini sulle Ong, questo fa capire come si sia voluto a tutti i costi indagare per dimostrare l’esistenza di una collusione con i trafficanti. Normalmente la giustizia non funziona così, è chiaro che tutta questa attenzione alla nostra attività è stato politicamente orientata. Clamorose erano state le dichiarazioni del Procuratore Zuccaro che parlava senza nemmeno avere alcun elemento in mano, cosa talmente grave che infatti era stato ripreso dal Csm. Il fatto che nessuna di queste indagini sia ancora arrivata alla fase di processo credo che si commenti da sè.
Restando nell’alveo dell’immigrazione clandestina, voi come operate?
Noi soccorriamo le persone in mare e la prima cosa che facciamo è informare le autorità . Siamo stati indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in casi in cui dopo aver informato le autorità siamo stati lasciati in mare per settimane senza poter approdare in un porto, e insistendo quotidianamente con le autorità perchè si assumessero la responsabilità della presa in carico della situazione. Come si fa a lanciare delle accuse a organizzazioni che per prima cosa non fanno altro che chiamare le autorità per informarle? È un controsenso, la magistratura dovrebbe indagare come mai le autorità ci negano l’aiuto, quando dovrebbero farlo per legge.
L’Unione come si è mossa nel coordinamento di lockdown e apertura/chiusura delle frontiere?
A livello europeo è evidente che il tema è stato utilizzato per incrementare il sentimento di diffidenza e chiusura nei confronti di chi arriva da fuori. Si vedano gli obblighi di quarantena per gli equipaggi delle navi Ong anche se non si sono riscontrati casi positivi.
E sulla determinazione delle condizioni di salute di chi arriva in maniera irregolare rispetto a chi arriva in maniera regolare?
C’è stata grande attenzione per i migranti, con test sistematici e quarantene, mentre tra coloro che arrivano come turisti o per lavoro, 4-5.000 persone ogni settimana, dai punti più colpiti in Italia da Covid, nessuno viene controllato. Questo denota un tipo di atteggiamento e di approccio diverso nei confronti di determinate categorie che arrivano per motivi differenti.
La pandemia è stata utilizzata in maniera strumentale?
Sì. Basti vedere il decreto del 7 aprile, che proprio in concomitanza della partenza della nave Alan Kurdi verso la zona di soccorso si dichiarò porto non sicuro, travolgendo la normativa internazionale, di fatto equiparandosi a un paese come la Libia, che però davvero non è un porto sicuro. Noi siamo il paese che respinge le persone che arrivo da luoghi in cui vengono bombardati ospedali, quindi non preoccupandoci della loro salute, se vogliamo vedere la questione dal punto di vista sanitario. Il Covid non può essere la scusa per condannare a morte le persone, anche perchè si usano tutte le cautele, si fanno tamponi e quarantene, come abbiamo già detto.
Adesso in Italia si sta rialzando l’allerta sugli arrivi. L’esperienza di governo precedente era stata interrotta proprio a causa dei decreti sicurezza, visti come scempio. E adesso cosa sta accadendo?
L’attuale governo sta assumendo un atteggiamento contraddittorio, che è politico, nel senso che ha in sè una parte, rappresentata dai 5 stelle, che aveva al tempo approvato e voluto quei decreti. Ora il lavoro sui decreti è molto lento, compromissorio, che però non è sufficiente quando parliamo di norme che, per ciò che riguarda l’attività di soccorso in mare, stravolgono principio di diritto internazionale.
È sufficiente intervenire sui decreti sicurezza di Salvini?
Ci sono molti elementi, oltre i decreti sicurezza, che dimostrano che questo governo sul tema immigrazione non sta prendendo una direzione molto diversa dal precedente. I toni si sono abbassati, ma non è sufficiente.
Ci spiega meglio?
L’attuale governo ha rinnovato gli accordi con la Libia che prevedono il respingimento delle persone che da lì scappano per farli finire in lager, inoltre due settimane fa è stata rifinanziata la missione destinando milioni di euro alla guardia costiera libica per il respingimento forzato delle persone dove poi versano nelle condizioni che tutti conosciamo. È chiarissima la posizione di non discontinuità di questo governo da quello precedente nel rapporto con la Libia, ma anche nelle ispezioni accanite sulle navi delle Ong per ostacolarne la presenza in mare, tant’è che in questo momento ci sono quattro navi in stato di fermo amministrativo. Mi dica lei qual è la differenza.
(da “Huffingtonpost”)
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