INTERVISTA A MASTELLA: “IL VOTO DI PROTESTA SONO IO”
AL BALLOTTAGGIO A BENEVENTO: “IO NON HO CLIENTELE, HO FATTO LA STORIA DI QUESTA TERRA, GLI ELETTORI MI HANNO PERCEPITO COME LA VERA ALTERNATIVA”
«Ricorda la storia dei pifferai della montagna che andarono per suonare e tornarono suonati?». Eccola, la rottamazione secondo Clemente Mastella: supponenza che finisce per essere presa a bastonate. Insomma, «una stronzata» tanto per sintetizzare. Deputato democristiano, ministro col centrodestra e il centrosinistra, alleato ondivago, uomo-partito, europarlamentare, sindaco di Ceppaloni.
E fra due settimane, se i cittadini lo vorranno, anche di Benevento.
«La vera alternativa» e al tempo stesso la conclusione naturale per chi ritiene di aver «fatto la storia di questa terra».
Domenica lo ha scelto un elettore su tre e in attesa del ballottaggio l’ex Guardasigilli si gode il risultato del primo turno, che lo consegna davanti di 150 voti allo sfidante del Pd Raffaele Del Vecchio.
A 69 anni è davanti a un avversario che ne aveva appena cinque quando lei entrò in Parlamento. La rottamazione non vale a Benevento?
«La rottamazione è una stronzata che serve per eliminare la concorrenza e non avere davanti intelligenze politiche vere. Meglio l’usato sicuro, senza il minimo dubbio. Nel tentativo di fottermi quando mi sono candidato hanno iniziato ad affermare che sono anziano. Io ho detto: “Ma scusate, la Clinton ha la mia età , Trump un anno più di me, Sanders sei e io non mi posso candidare a sindaco di Benevento?”».
E adesso è lei il vero rottamatore…
«Certo, alla fine ho rottamato quelli che pensavano di essere i rottamatori. Ricorda la storia dei pifferi di montagna, che andarono per suonare e tornarono suonati? Quelli del Pd, questi teologi della moralità dei miei stivali, fanno i rottamatori con gli altri ma non con Verdini, lo trovo un po’ singolare. Bassolino non va bene e la Valente sì? E poi si vedono i risultati… La verità è che sono stato percepito dagli elettori come l’alternativa al blocco di potere laico-massonico che governa Benevento da anni. Il vero voto di protesta sono io».
In pratica un grillino…
«Adesso non esageriamo, io sono Mastella. Anche perchè Grillo è venuto dopo di me sul piano politico. E anziano e da rottamare proprio non lo sono. Il sottosegretario Umberto Del basso De Caro, beneventano e mio principale avversario, ha iniziato nel ’75 al Consiglio comunale e dice “Mastella è vecchio”. Ma sì viecchio tu…»
Gli elettori Cinque stelle saranno decisivi: faccia un appello…
«Non lo faccio per rispetto nei loro riguardi. Poi se preferiscono il Pd a me, problemi loro».
Magari non apprezzano che lei abbia ricevuto l’endorsement di Ciriaco De Mita, non proprio il nuovo che avanza?
«Meglio 100 mila De Mita di tanti cafoncelli della politica come Salvini, che adesso viene qua a tentare di fare il garibaldino. Per fortuna che è confinato là al Nord. Diceva: “Io non lo faccio votare Mastella”. Se fossi stato candidato a Varese capirei, ma chi tieni tu a Benevento che vota per te?».
Dicono che il suo successo è la prova che le vecchie clientele nelle piccole realtà ancora possono pesare molto…
«Questa è una sciocchezza, io non ho clientele: alla Regione non ho nessuno, non ho parlamentari di riferimento, sono da 10 anni ai bordi del potere… La verità è che il potere sono io, sono io il riferimento di questa realtà . Io ho fatto la storia di questa terra e la gente mi ha riconosciuto la capacità di saper rappresentare gli interessi di questa comunità ».
In città ironizzano sul fatto che intende rinunciare allo stipendio da sindaco perchè tanto ha già il vitalizio…
«E quelli che non rinunciano allora? Se rinunci dicono che non va bene, se non rinunci non va bene lo stesso. Sono stato parlamentare e piglio la pensione, che debbo fare?».
Sarà che ancora non le perdonano il suo passato ondivago da uno schieramento all’altro?
«Dicevano Mastella va di qua e di là … Ma perchè questi di adesso che stanno facendo? Alfano a Milano sta con la destra, a Roma col centro, qui a Benevento era con la sinistra anche se sto con Forza Italia, con cui invece è alleato a Napoli… È così che si fa politica?».
Paolo Fantauzzi
(da “L’Espresso”)
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