INTERVISTA A MAURIZIO LANDINI: “L’APPELLO ALLA RIVOLTA SOCIALE? E’ UN INVITO A NON GIRARSI DALL’ALTRA PARTE RISPETTO ALLE DISUGUAGLIANZE”
“LA LEGGE DI BILANCIO E IL PIANO STRUTTURALE VINCOLANO IL PAESE A 7 ANNI DI AUSTERITÀ”… “OGGI CHI STA FOMENTANDO LA SITUAZIONE È IL GOVERNO E LA SUA LOGICA AUTORITARIA. QUANDO LE PERSONE SI RIVOLTANO CONTRO LE INGIUSTIZIE E SCENDONO IN PIAZZA NESSUNO DOVREBBE AVERNE PAURA: CONFLITTO E MEDIAZIONE SOCIALE SONO IL SALE DELLA DEMOCRAZIA”
Maurizio Landini non arretra di un millimetro. Il segretario della Cgil rivendica l’appello alla «rivolta sociale», che «significa non voltarsi dall’altra parte rispetto alle diseguaglianze e mettersi insieme per cambiare le cose».
Lancia lo sciopero generale del 29 novembre contro la manovra di un «governo che ha la maggioranza in Parlamento ma non nel Paese, fa aumentare la povertà e non negozia con chi rappresenta tutti i lavoratori e i pensionati». E insiste sul referendum sull’autonomia differenziata, «perché noi questa legge vogliamo cancellarla».
Per il quarto anno consecutivo Cgil e Uil hanno deciso lo sciopero generale. Ora lei invoca anche una rivolta. Lo sciopero non basta più
«Arriviamo allo sciopero generale dopo quello di metalmeccanici, chimici, scuola, trasporti locali e le manifestazioni di pubblico impiego, pensionati e studenti. E dopo una legge di Bilancio e un Piano strutturale che vincola il Paese a 7 anni di austerità. Ho richiamato la rivolta sociale per dire alle singole persone di non voltarsi dall’altra parte rispetto alle diseguaglianze e mobilitarsi insieme».
Non sta invadendo il campo della politica?
«Lo Stato sociale e i diritti nel lavoro esistono grazie alle lotte del sindacato. Del resto, è la Costituzione che dice che siamo una Repubblica fondata sul lavoro. Oggi non è così, si è poveri anche lavorando e i giovani sono precari e costretti a emigrare».
L’hanno paragonata ai cattivi maestri che aprirono la strada al terrorismo. Nessun ripensamento?
«In questo Paese il terrorismo rosso e nero è stato sconfitto dal movimento dei lavoratori, come il nazismo e il fascismo. Quindi non prendiamo lezioni da nessuno. Oggi chi sta fomentando la situazione è il governo e la sua logica autoritaria. Invece, quando le persone si rivoltano contro le ingiustizie e scendono in piazza nessuno dovrebbe averne paura perché conflitto e mediazione sociale sono il sale della democrazia».
Nelle manifestazioni studentesche di Torino si sono visti giovani che mimavano la P38 e invocavano Valditara a testa in giù. Molti hanno espresso solidarietà al ministro, ma non la Cgil .
«Noi gli atti di violenza li condanniamo tutti e non fanno parte della nostra storia. Visto che il governo, che ha la maggioranza in Parlamento ma non nel Paese, va avanti senza ascoltare chi rappresenta la maggioranza del Paese, lo sciopero va esercitato quando la metà degli elettori non va a votare, dico che il governo non ha la maggioranza nel Paese e non è autorizzato a mettere in discussione i diritti di lavoratori e pensionati. Ma questo governo, pregiudizialmente, non negozia».
(da Il Corriere della Sera)
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