INTERVISTA A NICOLA GRATTERI: “MA DOVE SONO GLI 800 UOMINI ANNUNCIATI DAL GOVERNO?”
IL PROCURATORE DI REGGIO CALABRIA: “LE ‘NDRINE SFIDANO IL PAPA: O SI MEDIA O SARA’ SCONTRO”
“La ‘ndrangheta ha sfidato ufficialmente il Papa. Adesso le strade sono due: si va allo scontro o si cerca la mediazione. Può succedere di tutto”.
Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, aveva già lanciato l’allarme in un’intervista rilasciata qualche mese fa al Fatto: “La linea dura di Papa Francesco può metterlo in serio pericolo”.
Così, la decisione dei detenuti di non andare più a messa nel carcere di Larino, oltre alla processione religiosa che s’inchina davanti alla casa del boss, non si possono più leggere come isolati gesti di protesta.
“È la loro risposta alla scomunica del Papa. Ma non implica necessariamente l’inizio di una guerra. Chiesa e ‘ndrangheta si stanno annusando: il braccio di ferro deve ancora cominciare”
Gratteri, pensa che i mafiosi, messi alle strette, possano ricorrere alla violenza per risolvere questo conflitto?
Potrebbe succedere, sì. La situazione per adesso è molto fluida. Ci sono diversi fattori in gioco. Bisogna innanzitutto capire se preti e vescovi applicheranno davvero questi diktat con l’intransigenza richiesta da Francesco.
Si aspettava che Bergoglio scomunicasse i boss?
Diciamo che il discorso di Cassano Ionio lo aspettavamo in molti da un secolo e mezzo. Questa scomunica è storica, mette in discussione il silenzio-assenso e gli accordi più o meno taciti su cui si basano i rapporti di certe parti della Chiesa coi mafiosi. Quello di Francesco è un taglio netto: “Ora basta, scegliete”.
Ma i padrini lamentano l’esclusione
Eh già , formalmente fanno le vittime: “Siccome abbiamo sbagliato, ci cacciate”. Ma è una menzogna. Il Papa si riferisce solo ai criminali che non si pentono, che scelgono di continuare a essere mafiosi. E questo, alla ‘ndrangheta, non piace.
Perchè la criminalità organizzata è così legata alla Chiesa?
Perchè i mafiosi si nutrono di consenso popolare, e la vicinanza con preti e vescovi implica maggior potere e, soprattutto, legittimazione. Brigantini, vescovo calabrese, è arrivato a dire che i detenuti sono persone serie, che riconosce una certa coerenza nel loro modus operandi e vivendi. Ma lo sa, il vescovo, che tra loro ci sono anche assassini che ammazzano i bambini o che stuprano le mogli degli altri detenuti? Ho difficoltà a capire dove stia la serietà di questa gente.
Un vescovo come Brigantini, nell’era di Papa Francesco, potrebbe avere dei problemi?
Non so come si comporterà Bergoglio quando si accorgerà di certi comportamenti, ma di sicuro il futuro di questa battaglia dipende anche da questo: quanto controllo ha il Papa su preti e vescovi? Non sappiamo ancora se lo seguiranno: anche perchè interrompere la connivenza, dopo secoli di ammiccamenti reciproci, non è semplice. E il coraggio non si vende alla Standa.
Cosa accadrebbe se Bergoglio riuscisse nell’impresa?
Una rivoluzione. A quel punto la reazione della mafia sarebbe imprevedibile. Potrebbero abbassare la testa e fermarsi, oppure andare allo scontro. La terza possibilità è che tentino di recuperare il dialogo mediando con i preti compiacenti.
La trattativa Stato-Mafia però è stata estorta con le bombe.
Credo che all’inizio la ‘ndrangheta tenterà la via più tradizionale, che è quella dei soldi. I mafiosi sono molto generosi coi prelati. E grandi donazioni comprano appoggi importanti tra chi amministra la Chiesa.
Il problema è che anche le mafie, storicamente, traggono consistenti vantaggi economici dal loro rapporto con il Vaticano.
Per questo lo strappo netto ancora non c’è stato. La decisione però va presa. La ‘ndrangheta sta aspettando: vuole vedere l’effetto che avrà questa protesta. La verità è che ancora non sappiamo, da tutte e due le parti, qual è la tenuta. Passerà qualche mese e poi sarà il silenzio o la resa dei conti.
Il ministro Alfano ha promesso che manderà 800 uomini in Calabria.
Li ha visti lei? Da quel che mi risulta non sono arrivati. Noi qui abbiamo bisogno di investigatori, di gente in grado di scrivere informative. Da dove li vuole prendere, questi uomini? Da Milano, da Napoli, da Palermo? Se il ministro pensa di mandare ragazzi freschi di scuola, ben vengano, ma non bastano certamente. La ‘ndrangheta la combattono l’intelligenza e soprattutto l’esperienza. Mi pare l’ennesima presa in giro ai calabresi.
Beatrice Borromeo
(da “il Fatto Quotidiano“)
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