INTERVISTA A SALLUSTI: “L’ASSALTO AL CONGRESSO E’ UNO SPARTIACQUE, IL SOVRANISMO ORA CAMBI PAROLE E NOME”
IL DIRETTORE DEL GIORNALE: “I FATTI DI WASHINGTON COME IL MURO DI BERLINO PER IL COMUNISMO”
Alessandro Sallusti, nel suo editoriale di oggi sul “Giornale” lei scrive che il 6 gennaio 2021 sta al sovranismo come il 9 novembre 1989 sta al comunismo. L’assalto dei sostenitori di Trump a Capitol Hill politicamente paragonabile alla caduta del Muro di Berlino. E’, insomma, il momento della verità ?
Sì, lo considero uno spartiacque. Non solo per gli Usa ma per il sovranismo europeo e italiano, che esiste in forme e misure diverse. Adesso, come il comunismo dopo la fine della DDR, dovrà cambiare parola d’ordine, strategie e prospettive. Magari persino il nome, come è corso fare il Pci.
Non se ne sono accorti tutti un po’ tardi? Atlanta, Minneapolis, Saint Louis: le violenze – contro i neri – c’erano già state.
Finchè la barca va, di rado ci si fanno domande. Trump ha preso una massa di 74 milioni di voti: un americano su due o non ha visto cosa faceva o non si è spaventato. A me non è simpatico, ma leggendolo solo con occhi europei non si spiega il fenomeno del trumpismo. E darlo per morto sarebbe un abbaglio: se vorrà diventare interlocutore del mondo dovrà evolversi, cambiare.
Complicato intravvedere un’evoluzione migliorativa di Trump all’orizzonte…
Forse dovranno sostituire proprio Tump. Non sarebbe la prima volta che il fondatore deve farsi da parte per garantire la sopravvivenza della sua creatura.
“Non vorremmo ritrovarci il Parlamento occupato da matti in camicia nero-verde” è un’espressione molto forte. Soprattutto se riferita aglie elettori dei trentennali compagni di strada di Forza Italia. C’è un pezzo di opposizione anti-democratica?
No, sarebbe sbagliato dire che è un pezzo importante dell’opposizione. Tutti i movimenti radicali a sinistra come a destra hanno all’interno o nei paraggi delle frange estreme. E c’è il rischio che esse, pur essendo marginali, sfuggano di mano. Tenerle sotto l’ombrello rischia di offrire giustificazione politica e culturale a quella che è semplice frustrazione o follia.
Fatte le debite proporzioni, per carità , ma poche settimane fa durante l’ostruzionismo hard della Lega sui Decreti Sicurezza sono finiti in infermeria un commesso e un questore con la spalla slogata… dove comincia il rischio che la situazione sfugga di mano?
Condivido che portare la violenza verbale e fisica dentro il Parlamento rischia di provocare un effetto emulativo: se ci si picchia in aula, figurarsi in piazza. E’ molto pericoloso. Attenzione però a non considerare il trumpismo l’origine di tutti i mali: tra l’assalto dei cittadini al palazzo come a Washington, e l’assalto del palazzo ai cittadini come a Pechino, trovo più pericolo il secondo.
Berlusconi è l’unico dei tre leader del centrodestra ad aver condannato con nettezza il comportamento di Trump. L’impressione è che i destinatari del messaggio siano (anche) Salvini e Meloni. Tentativo di riportare le pecorelle all’ovile liberale o prove di governo di unità nazionale?
Più che il tentativo, è il percorso per riportare Forza Italia dove deve stare. Si è pensato che all’interno di una grande coalizione di centrodestra, il cui capo teorico è Salvini perchè ha più voti, si potesse “spostare” il Dna forzista sulla linea sovranista. Ma significherebbe la morte di quel partito. L’Italia ha bisogno di un punto di equilibrio che tra Salvini e Meloni non si trova. E un punto di equilibrio per definizione sta in mezzo a qualcosa. Se sarà in una coalizione di centrodestra o per dare a qualcos’altro un’identità liberale, lo vedremo nelle prossime ore.
Quindi, il Cavaliere potrebbe separare il proprio destino dagli attuali alleati?
Berlusconi non sa fare opposizione e non gli interessa. E i destini si sono già separati in passato, quando lui ha sostenuto il governo Monti oppure Salvini si è alleato con i Cinquestelle. Non lo troverei pazzesco. Sarebbe più pericoloso, invece, se lo strappo non fosse consensuale, almeno formalmente.
Quella del 6 gennaio negli Usa è violenza ai limiti del golpe, e non ha paragoni in Italia. Berlusconi evocando il riconteggio delle schede del 2006 ricorda di non avere “mai considerato l’ipotesi di ostacolare il funzionamento delle istituzioni”. Nel 2013, però, 150 parlamentari del Pdl hanno marciato fino al Palazzo di Giustizia di Milano. E le leggi ad personam, fino al voto su Ruby “nipote di Mubarak” hanno avuto un impatto sulle elezioni…
Queste cose sono accadute. E dire che sono accadute contro la volontà di Berlusconi non sarebbe credibile, per quanto possa testimoniare di persona che della marcia milanese avrebbe fatto volentieri a meno. Qui però si entra in un campo diverso, dove bisogna decidere se è nato prima l’uovo o la gallina. E’ stato eccesso di legittima difesa o eccesso di accanimento giudiziario da parte dei magistrati? Almeno la domanda bisogna porsela.
Il suo editoriale cita anche Lincoln (peraltro Repubblicano) e Martin Luther King. Ha ricevuto gli apprezzamenti di qualche leghista o meloniano?
No, ma credo che la maggior parte della gente non conosca la reale importanza di Martin Luther King nella storia dei diritti civili americani.
(da “Huffingtonpost”)
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