INTERVISTA AL CARDINAL TURKSON: “QUESTA NON E’ PIU’ EUROPA, SUI MIGRANTI E’ IN GIOCO L’IDEA STESSA DI ESSERE UMANO”
IL PREFETTO PER LO SVILUPPO UMANO CHIEDE ALLA UE UNA VISIONE IN GRANDE SULL’EMERGENZA
Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, dal 31 agosto dell’anno scorso, è il prefetto del nuovo Dicastero voluto da Papa Francesco per lo sviluppo umano integrale , all’interno del quale c’è una sezione per i migranti di cui il Francesco ha mantenuto ad interim la guida.
In questa intervista ad Huffpost , alla vigilia del vertice di Tallin, parla della attuale crisi migratoria dall’Africa verso l’Europa e invita l’Europa a pensare in grande, a valutare il fenomeno con l’occhio rivolto alla storia.
Soprattutto a non prendere provvedimenti “privi di visione strategica e capacità “. perchè altrimenti “Così si crea solo conflitto sociale”. E aggiunge, riferendosi al Vaticano : “Noi siamo a disposizione di tutti coloro che vorranno avere un confronto serio su questo”.
È apparsa come una dichiarazione clamorosa, in controtendenza. È così?
“No, io ho detto che in Ghana – il mio Paese – non c’è la guerra, così come la guerra non c’è in altre regioni dell’Africa. E ho detto che occorre promuovere lo sviluppo umano integrale di tutti i popoli. Un “blocco” senza sviluppo umano, senza governo serio delle cose, è un provvedimento miope e negativo. Occorre conoscere e occorre distinguere. Il continente africano è molto diversificato. Non si può continuare a parlare di Africa come se fosse un corpo uniforme: un monolite! Così, una cosa è se le persone fuggono dalla guerra; un’altra è se le persone fuggono per perchè non c’è lavoro, alla ricerca della possibilità di vivere in modo dignitoso. Nel primo caso, occorre costruire una vera pace; nel secondo occorre cambiare il paradigma di sviluppo. Poi, l’esito finale dei due casi deve essere lo sviluppo umano integrale, cioè la centralità della dignità umana, che va sempre insieme con la libertà e la giustizia”.
Papa Francesco ha rilanciato il suo appello all’Europa per una “cultura dell’accoglienza e della solidarietà ” verso i migranti, ma in questi giorni l’Europa sembra lasciar sola l’Italia gestire gli sbarchi, nè sta finanziando il piano Africa. La soluzione del problema migrazione è in Europa o in Africa?
È in Europa ed è in Africa. C’è un enorme ritardo su una visione culturale, e quindi poi anche politica, su questo fenomeno storico di enorme e tragica portata. Una politica comune e una visione culturale alta e storica su questo fenomeno potrà aiutare l’Europa ad alzare la testa come modello di pace, giustizia e libertà . Occorre coraggio e onestà . Ricordo i discorsi di Papa Francesco al Parlamento europeo. Un’Europa barricata in se stessa, senza afflato ideale, non è più Europa, e così non è Europa un continente che non ha una visione comunitaria e responsabile. Occorre, invece, urgentemente che l’Europa torni ad essere Europa. Adenauer, Schumann e De Gasperi cosa avrebbero fatto oggi? Avrebbero agito in base a una cultura politica alta e concreta”.
Due economisti americani hanno affermato in un lavoro scientifico recente che il Mediterraneo sarà il nuovo Rio Grande della Storia: gli africani devono essere messi in condizione di restare nella loro terra?
“In Occidente sembra che non si riesca ad andare oltre due visioni che poi alcuni politici esasperano per trarre vantaggi elettorali. La visione per la quale ognuno deve restare a casa propria e occorre costruire muri, e la visione in base alla quale occorre ricevere in modo disordinato. Sono entrambe visioni sbagliate, incomplete, non ragionate, e vecchie, figli di cascami ideologici del passato. Noi proponiamo una via ulteriore che mette al centro la persona, cioè tutte le persone con i loro diritti e i loro doveri in vista del bene comune. Gli africani devono essere messi in condizione e devono trovare il modo di mettersi essi stessi in condizione di crescere. La domanda è: come procedere lì se imperversano la corruzione, le bande criminali, gli interessi dei Paesi esteri e molto altro? Occorre una presa di coscienza forte delle opinioni pubbliche, dei governi e degli attori economici per un’azione comune e pubblica. La Chiesa fa già molto sul campo”.
Il Washington Post nei giorni scorsi ha riferito cifre da esodo biblico, che potrebbero coinvolgere fino a cento milioni di persone.
“Persone, appunto. Parliamo di persone sia quando parliamo dei migranti e delle loro famiglie, e parliamo di persone quando ci riferiamo a cittadini costretti alla pressione migratoria da provvedimenti privi di visione strategica e capacità . Così si crea solo conflitto sociale. Il ritardo di cui parlavo è legato alla non comprensione profonda del movimento dei popoli legato al modo con cui oggi il mondo è organizzato. Non bastano visioni regionali: ci vuole una visione globale. Noi siamo a disposizione di tutti coloro che vorranno avere un confronto serio su questo. Occorre affrontare la questione in modo molto serio e concreto, così come ha detto Papa Francesco”.
Il professor Collier dell’Università di Oxford ha sottolineato che le migrazioni sono doppiamente ingiuste: privano i paesi di provenienza delle persone più giovani, togliendo il futuro al loro paese: concorda?
“Questo è uno degli aspetti più rilevanti di un’ingiustizia molto più grande che il professor Collier conosce”.
Torniamo all’Europa, cosa si sente di dire alle istituzioni Ue e agli europei?
“Di essere veramente ambiziosi: di guardare all’idea di Europa e di guardare alla storia, non al momento. È in gioco il destino dell’umanità . È in gioco l’idea stessa di essere umano”.
(da “Huffingtonpost”)
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