INTERVISTA AL DIRETTORE DELL’INNO DI MAMELI MODIFICATO: “RENZI LO SAPEVA”
IL CORO DEI BAMBINI: DA “SIAMO PRONTI ALLA MORTE” A “SIAM PRONTI ALLA VITA”
Il direttore del coro dei bambini che ha cambiato l’Inno: «L’idea è di mia moglie e Renzi sapeva». «I bambini? Erano felici».
Spazza via così le polemiche Stefano Barzan, musicista e direttore del coro dei Piccoli Cantori di Milano.
«Siam pronti alla morte» diventa «Siam pronti alla vita» e subito partono le obiezioni. L’Inno cantato con questa piccola ma notevole modifica al testo ha scandalizzato molti.
E’ stato proprio lui, Barzan, milanese di origine veneta, 51 anni, a sentire disagio in quel passaggio tra le parole scritte dall’allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli nell’autunno del 1847.
«Basta polemiche, era solo un arrangiamento diverso»
«Ma come han modificato l’Inno? Non si può e non si deve», commentava qualcuno alla cerimonia di inaugurazione di Expo Milano 2015.
Su tutti ha prevalso la reazione di Agnese Landini, la moglie del premier, che inquadrata dalle telecamere, è stata colta in un momento di commozione.
«Abbiamo provato per dieci giorni», spiega Stefano Barzan.
«In quel passaggio, quelle parole “Siam pronti alla morte” stonavano in bocca a dei bambini. Così ne ho parlato a mia moglie e lei mi ha proposto la modifica: “Vita!” al posto di “Morte”.
Subito l’ho proposto al regista e al responsabile delle musiche. Loro erano entusiasti. Le istituzioni sono state avvertite. E dopo pochi giorni è arrivato l’ok».
Quindi Renzi è stato informato. E Barzan ha potuto procedere.
«In ogni caso a chi vuol fare polemiche rispondo che l’Inno di Mameli non è stato cambiato. Semplicemente, finito l’Inno è iniziata una seconda parte con un arrangiamento diverso. Questa volta liberamente ispirato all’Inno dal titolo Inno alla vita! Tutto qua».
E Renzi lo ha interpretato come un altro momento di «svolta».
Anzi il presidente del Consiglio, che ha preso la parola immediatamente al termine dell’esecuzione dell’inno, lo ha proprio citato, anzi scandito: «Sì, siamo pronti alla vita e siamo pronti a dire benvenuti».
(da “Huffingtonpost”)
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