INTERVISTA ALLA CRIMINOLOGA ROBERTA BRUZZONE SUL TUTORIAL DI DETTO FATTO: “UNO DEI MOMENTI PIU’ BASSI DELLA TELEVISIONE”
“UN’OSCENITA’ VOMITEVOLE. ANCORA A SPINGERE SULLA DONNA COME OGGETTO SESSUALE?”
La donna è la casalinga che va a fare la spesa ma che, anche in un contesto come quello del supermercato, non deve mancare di risultare sexy agli occhi dell’uomo: il video mandato in onda da Rai 2 nel corso della seguitissima trasmissione Detto Fatto è un tripudio di clichè.
Lo stereotipo della donna sexy che ammicca e ancheggia aveva proprio bisogno di questo tutorial, che spiegasse passo passo come inarcare la schiena per prendere i prodotti in alto sullo scaffale e come piegarsi per raccogliere una confezione caduta a terra mettendo in mostra le proprie grazie.
L’indignazione crescente del pubblico ha investito anche Roberta Bruzzone che nel commentare la vicenda a Fanpage.it ha detto: «È un’oscenità , è vomitevole, uso un termine un po’ forte. Siamo nel 2020 in piena emergenza violenza sulle donne e c’è gente che va a mettere in scena roba di questo tipo? Ancora a spingere sulla donna come oggetto sessuale? Fuori da ogni logica, fuori da ogni messaggio».
La criminologa, ben consapevole delle derive pericolose di stereotipi sessisti e maschilisti come questi, a Fanpage.it ha commentato l’intera vicenda auspicandosi che qualcuno ci metta la faccia e ne paghi le conseguenze.
«È un messaggio platealmente scorretto»
Proprio oggi, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in cui dovremmo dedicarci a parlare di donne nel modo più costruttivo e sensibile possibile, ironia della sorte ci troviamo invece di fronte a un episodio gravissimo che fa parlare della donna ancora come fosse un oggetto sessuale.
Roberta Bruzzone ha usato parole molto dure per quanto accaduto: «Sarebbe agghiacciante anche in qualunque altro giorno dell’anno, ma oggi è platealmente scorretto come messaggio, pericolosissimo. Questa donna oggetto non riusciamo proprio a levarcela dalla testa, è spaventoso: ed è l’elemento base, lo stereotipo base che poi porta a scenari terribili come maltrattamento, abuso, violenza sessuale, omicidio. Nasce tutto da lì, dal concetto medievale di donna costretta a dover sempre e comunque rendere conto ai bisogni dell’uomo siano essi alimentari o sessuali. Meglio ancora se si accomunano».
«Credo che qualcuno debba risponderne»
E oltre al fatto che il tutorial in questione sia andato in onda in un momento così delicato, ad aggravare il tutto c’è anche che a mandarlo in onda sia stata la Rai: «È aberrante che assistiamo a una cosa di questo tipo. L’idea che la Rai lo abbia mandato in onda mi sconvolge. Rispetto l’azienda, però credo che qui qualcuno debba risponderne. Forse qualcuno non ha controllato a dovere. Mi rifiuto di credere che ci sia stata consapevolezza nel mandarlo in onda. Un contenuto del genere è uno dei momenti più bassi della televisione degli ultimi trent’anni. Mi auguro che l’indignazione porti anche dei risultati: chi ha ideato un contenuto del genere ne deve rispondere mettendoci la faccia. Bisogna che la gente ci metta la faccia quando fa stupidate di questa portata»
«Gli stereotipi sessisti sono radicatissimi»
Anni e anni di lotta e battaglie per la conquista di diritti e di parità completamente annullati. Il tutorial di Detto Fatto secondo Roberta Bruzzone «È la concretizzazione di tutti gli stereotipi di genere che stiamo cercando di abbattere. Sono tutti racchiusi in quel messaggio».
Per spiegare meglio: «Sei una donna e devi essere utile: per la spesa, te ne devi occupare tu perchè sei stata progettata per quello, e per l’aspetto sessuale, perchè quello non deve venire meno. Anche quando fai la spesa e assolvi una delle tue principali funzioni accuditive non devi mai perdere di vista l’altra».
E questi stereotipi sono realmente duri a morire: «Sono radicatissimi. Sono sempre gli stereotipi che portano a determinati episodi. Il concetto alla base è sempre: un uomo è superiore a una donna e una donna non può permettersi di umiliare pubblicamente un uomo lasciandolo. Di conseguenza va punita nel modo più severo possibile, a volte con la morte. Quando nemmeno la morte è sufficiente, si puniscono attraverso la morte dei figli».
(da Fanpage)
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