“IPLOM SAPEVA DA TRE ANNI CHE LA TUBATURA ERA A RISCHIO”
L’ACCUSA DELLA PROCURA: “VENTI PUNTI PERICOLOSI SU TUTTO L’OLEODOTTO”
Da tre anni i vertici di Iplom erano a conoscenza di una ventina di «punti critici», «pericolanti», tratti di tubazioni dell’oleodotto «assottigliate».
I primi accertamenti della Procura cominciano sembrano mettere un disastro tutt’altro che imprevedibile (timeline) .
La domanda che si stanno ponendo gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Francesco Cozzi, riguarda quelle ultime manutenzioni, compiute nel 2013: cosa è stato fatto negli ultimi tre anni?
Perchè non si è intervenuti prima che la pressione del greggio sventrasse un tratto della conduttura, riversando nel Polcevera 700 metri cubi di petrolio?
Le prime risposte arrivate dall’azienda, possono sostanzialmente essere riassunte così: «Avevamo già effettuato alcune riparazioni, altre erano in corso».
Ma, a questo punto, tutto questo dovrà essere affrontato nel dettaglio. E non solo per ragioni investigative.
Cozzi sul punto è chiaro: «Ci sono altri punti critici». In altre parole: se non saranno messi a posto, l’attività della raffineria non può riprendere, perchè non ci sono sufficienti garanzie sulla sicurezza.
L’azienda si è già vista rigettare un’istanza di dissequestro e ne ha appena presentata un’altra. Intanto incombe la cassa integrazione per 250 dipendenti.
(da “il Secolo XIX”)
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