ITALICUM, ALFANO FA SALTARE (PER ORA) LA CLAUSOLA “SALVA LEGA”, NELLE LISTE OBBLIGO DEL 50% DI DONNE
DEPOSITATO IL TESTO IN COMMISSIONE
Dopo un lunga giornata di consultazioni e rinvii, il testo base della legge elettorale Renzi-Berlusconi è stato depositato in commissione Affari costituzionali della Camera.
Due articoli in tutto, ma molto corposi.
Il primo: «Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati». Il secondo, che probabilmente verrà gettato al macero qualora si faccia in tempo a cancellare con legge costituzionale il Senato elettivo: «Modifiche al sistema di elezione del Senato della Repubblica».
Nel testo ci sono lo stop alle candidature multiple («Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale») e l’ipotesi di un premio di maggioranza del 18% a chi ottiene «almeno il 35% di voti validi del totale nazionale».
In questo modo, il vincitore ottiene un totale di 340 seggi alla Camera. In caso nessuno ottenga il 35%, si va al doppio turno.
Nelle liste è previsto l’obbligo del 50% di donne: «A pena di inammissibilità nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50 per cento con arrotondamento all’unità inferiore e nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere».
NODI DA SCIOGLIERE
Mercoledì sera il testo base verrà adottato con una votazione, ma Scelta civica ha già fatto sapere che non intende dare il suo assenso. I nodi ancora da sciogliere durante la discussione in Parlamento sono ancora molti: la «norma salva Lega», innanzitutto, che prevede un lasciapassare per i pariti regionali che non superano le soglie di sbarramento nazionali (8% per i non coalizzati e il 5% per i partiti coalizzati).
In pratica la Lega avrebbe la sua rappresentanza parlamentare a patto che raggiunga almeno il 15% in una sola regione o il 10% in tre circoscrizioni.
La «norma salva Lega», inizialmente inserita nel testo su richiesta di Forza Italia, è stata cancellata all’ultimo minuto dopo i mal di pancia nel Pd e soprattutto dopo una riunione di fedelissimi di Alfano, convocata a Palazzo Chigi, durante la quale si era escluso di concedere una chance all’alleato storico del Cavaliere.
Alla fine, la norma è stata accantonata e così Alfano ha potuto firmare il testo base per il Nuovo centro destra.
LA ROAD MAP
L’agenda per l’approvazione della legge prevede la discussione sugli emendamenti da mercoledì sera a venerdì, quando, sempre in serata, scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti. Poi, un’interruzione nel fine settimana per consentire il congresso di Sel in modo da votare gli emendamenti in commissione lunedì e martedì.
Mercoledì 29 si andrà in aula con soli due giorni di ritardo per poi avviare un iter con tempo contingentati nel mese di febbraio (come prevede il regolamento della Camera). Fonti parlamentari, comunque, segnalano un’altra possibilità : avanti tutta in aula per approvare la legge entro la fine della prossima settimana.
LE REAZIONI AL «SALVA LEGA»
Durante la giornata di mercoledì sono stati parecchi i commenti e le reazioni al «salva Lega». Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia)interviene così: «La cosa strana è che Berlusconi vuole salvare la Lega e ammazzare gli altri alleati».
Di segno opposto il commento del neo segretario leghista, Matteo Salvini: «La Lega non ha bisogno di “aiutini” ”
Maria Elena Boschi, la responsabile del settore riforme del Partito democratico, ha chiesto lumi ai colleghi del Senato. In particolare alla senatrice Doris Lo Moro (Pd) che fino a qualche settimana fa era relatrice insieme a Donato Bruno (FI) del cosidetto «pillolato», ovvero il penultimo schema della legge elettorale.
In quel testo, la norma «salva Lega» prevedeva che, alla Camera, superano lo sbarramento nazionale anche i partiti che raggiungono il 10 per cento in tre circoscrizioni e, al Senato, i partiti che ottengono il 15 per cento in una Regione. Questa norma, concordata a suo tempo al senato tra Pd, FI e Lega, dovrebbe essere il punto di caduta anche nel testo Renzi-Berlusconi.
Il problema infatti ora si ripropone e il Carroccio ha fatto le sue richieste all’alleato di Forza Italia anche perchè il risultato di febbraio 2012 ha prodotto un esito incerto: tanto da mettere a rischio la stessa costituzione dei gruppi parlamentari della Lega che, non avendo parlamentari e senatori sufficienti, hanno dovuto chiedere in prestito due senatori e due deputati.
L’aiutino per il Carroccio è arrivato da un drappello di parlamentari eletti in Sicilia. I gruppi infatti si chiamano Lega e Autonomie.
LE PLURICANDIDATURE
Un altro problema messo sul tavolo dai rappresentanti del Nuovo centro destra di Angelino Alfano è quello delle multicandidature, che però potrebbe presentare profili di costituzionalità .
L’Italicum prevede un meccanismo casuale che non mette direttamente in collegamento i voti espressi e il candidato eletto. Non sapendo dove scatta il quorum (visto che il riparto dei seggi è nazionale su base proporzionale) il partito di Alfano ritiene irrinunciabile la necessità di poter presentare i candidati forti in più collegi.
E subito Renato Schifani, presidente di Nuovo Centrodestra: «La nostra firma comporta la condivisione dell’impianto complessivo della proposta, ma non certo quello dell’inaccettabile metodo di selezione dei candidati attraverso liste bloccate. Questo sia ben chiaro».
Sisto comunque, ha detto che le norme «riguardanti la Lega non saranno comprese nel testo base. C’è da giurarci però che le norme «salva Lega» verranno presentate sotto forma di emendamenti.
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