RETROSCENA-VERGOGNA, FORZA ITALIA RASSICURA LA LEGA: “IL SALVA-SALVINI LO INSERIREMO DOPO CON UN EMENDAMENTO”
RENZI SAPEVA TUTTO E LO HA GARANTITO A BERLUSCONI: NEGA LE PREFERENZE AGLI ITALIANI PER FARE IL FAVORE AI PADAGNI … MA RENZI CON CHI STA? CHE INTERESSI RAPPRESENTA? COSA PENSANO I 3 MILIONI DI ELETTORI DELLE PRIMARIE DEI SUOI FAVORI AGLI XENOFOBI?
A sentire un’autorevolissima fonte berlusconiana, “la soluzione è in un emendamento che ci facciamo carico noi di presentare in un secondo momento. Renzi e Berlusconi hanno parlato anche di questo punto, e si risolverà tutto”.
Parole che chiudono una giornata di convulse trattative sulla legge elettorale.
Per capirne il senso occorre riavvolgere il nastro e partire dall’inizio.
Secondo piano del palazzo dei gruppi della Camera dei deputati, primo pomeriggio.
I membri Dem della commissione Affari costituzionali sono riuniti. La presentazione della bozza della nuova legge elettorale si allungano.
I partiti sono bloccati sulla clausola “salva Lega”. Che non sarebbe altro che un codicillo per permettere a un partito dalla forte rappresentanza regionale di accedere al Parlamento anche qualora non riuscisse a superare le soglie di sbarramento.
Difficilmente il Carroccio, nelle condizioni date, supererebbe quota 5%.
Per questo agli uomini in camicia verde occorre una riga nel testo che gli permetta di arrivare a Montecitorio al semplice raggiungimento di una soglia più elevata (12/15%) in tre regioni contigue.
Quel che è uscito dall’incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi non è andato giù a uno come Umberto Bossi. Fuma il sigaro a due passi dal Transatlantico, e davanti ai cronisti lascia cadere parole che pesano come il piombo: “Se non inseriscono quella clausola l’unica strada sarebbe una lotta di liberazione per la quale siamo già pronti”.
È l’acme di un pressing che va avanti da giorni.
Gli uomini di Matteo Salvini hanno marcato stretto Denis Verdini e quel piccolo gruppetto che per conto di Forza Italia sta seguendo la questione. E hanno fatto breccia.
Gli azzurri aprono, il Pd non è persuaso, ma non si mette di traverso.
L’alt arriva dal Nuovo centrodestra.
Spiega un esponente di prima fila: “Se facciamo passare questa cosa perde totalmente il senso della possibile alleanza con il Cavaliere. Un conto è tentare di rappresentare il 5% in tutto il paese, una sfida che ci entusiasma e che siamo certi di portare a termine con successo. Un altro è costringerci alla regionalizzazione per competere con la Lega. Noi non siamo nati per questo”.
C’è un problema di seggi, al di là della volontà di salvaguardare l’ambizione nazionale degli uomini del vicepremier.
Se la Lega accedesse tramite una scorciatoia, la quota dei seggi attribuiti al partito di Alfano verrebbe sensibilmente ridotto. Così da Ncd il no che arriva è secco.
È in questa cornice che va inquadrata la riunione dei deputati del Pd al secondo piano di Montecitorio. Ironia della sorte, proprio a due passi dagli uffici dei lumbard.
Il tentativo di venirene a capo è frenetico. Maria Elena Boschi, responsabile delle Riforme di via del Nazareno entra e esce dalla sala del summit, in contatto telefonico diretto con il sindaco di Firenze.
La diplomazia forzista si mette in moto. E tranquillizza gli alleati storici: “Per noi il salva Lega è compreso nel pacchetto, facciamo intanto partire la bozza, la emendiamo insieme in una fase successiva”.
È un post su Facebook del segretario federale del Carroccio il segnale del via libera: “La Lega non ha bisogno di aiutini o leggi elettorali fatte su misura”, una palese menzogna.
Un segnale di fumo perchè Forza Italia possa chiudere alla luce del sole un accordo anche con Alfano, forte dell’assicurazione che sembra arrivare dall’entourage di Palazzo Grazioli: le camicie verdi stiano tranquille, vedranno rientrare dalla finestra quel che oggi è uscito dalla porta.
(da “Huffingtonpost“)
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