LA CAMERA DEI DEPUTATI ARGENTINA HA CREATO UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA PARLAMENTARE SULLO SCANDALO DELLA CRIPTOMONETA $LIBRA, CHE COINVOLGE IL PRESIDENTE TURBOLIBERISTA MILEI
SU X, MILEI AVEVA SPONSORIZZATO LA MONETA VIRTUALE, GENERANDO LA CORSA AGLI ACQUISTI E L’AUMENTO DEL VALORE DEL 1.000%. MA POCO DOPO LA VALUTA ERA CROLLATA, CAUSANDO 100 MILIONI DI DOLLARI DI PERDITE… LA PROCURA FEDERALE DI BUENOS AIRES HA GIA’ AVVIATO UN’INDAGINE CONTRO MILEI, LA SORELLA E UN GRUPPO DI “INTERMEDIARI”
La Camera dei deputati argentina ha approvato la creazione di una commissione d’inchiesta parlamentare sullo scandalo della criptomoneta $Libra che coinvolge il presidente Javier Milei. Nella stessa sessione è stata approvata anche una mozione che convoca in Parlamento a riferire sulla vicenda il capo di Gabinetto, Guillermo Francos, i ministri dell’Economia, Luis Caputo, e il ministro della Giustizia, Mariano Cuneo Libarona.
Si tratta di un doppio smacco per il leader ultraliberista, sottolineano i media locali. Da un lato – dopo la bocciatura di ieri in Senato dei candidati proposti dal presidente per la Corte Suprema – la votazione della Camera conferma che il governo ha perso la capacità di allineare dietro di sé il Parlamento dove può contare solo con una sparuta rappresentanza di deputati e senatori.
Dall’altro la creazione di una commissione d’inchiesta e la citazione dei ministri in Parlamento garantisce all’opposizione di poter mantenere al centro dell’agenda politica la vicenda che ad oggi ha più intaccato l’immagine del presidente a livello nazionale ed internazionale.
Sul fronte giudiziario lo scandalo $Libra è già arrivato fino alla Corte Suprema di New York dopo che un gruppo di investitori rimasti coinvolti nel crollo repentino della ‘meme-coin’ promossa dal presidente argentino ha presentato una ‘class-action’ (azione legale collettiva). In Argentina il caso ha portato anche all’apertura di un’indagine della Procura nei confronti del presidente, della sorella Karina Milei, e di diversi eventuali intermediari per i presunti reati di truffa, abuso d’ufficio e corruzione
(da agenzie)
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