LA CAMPAGNA #LIBERODALLODIO CONTRO IL QUOTIDIANO DI FELTRI
RAZZISMO E XENOFOBIA: INVITO AGLI INSERZIONISTI PUBBLICITARI A DISINVESTIRE DAL QUOTIDIANO… GIA’ 5 LE SANZIONI DISCIPLINARI DALL’ORDINE DEI GIORNALISTI IN SEI MESI A CARICO DEL DIRETTORE PER VIOLAZIONE DELLA CARTA DEL GIORNALISTA
Razzismo e xenofobia stanno diventando la vera emergenza nazionale con la quale dovremo fare i conti in un futuro prossimo.
Avvoltoi politici, con la loro corte di tirapiedi della carta stampata e opinionisti dell’ultima ora, lo hanno capito prima degli altri, visto che stanno investendo tempo ed energie nel soffiarci sopra, nella piena consapevolezza che in Italia ogni “emergenza” fa muovere i soldi e spostare voti.
Da qui il lancio della campagna #liberodallodio, promossa da Associazione 21 luglio con il supporto della Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili.
L’ obiettivo è quello di richiamare i media all’utilizzo di un’informazione più corretta sugli argomenti “caldi” discussi dall’opinione pubblica.
La campagna intende coinvolgere i cittadini in un appello agli enti profit e non profit che acquistano spazi pubblicitari sull’edizione cartacea del quotidiano Libero, chiedendo loro di disinvestire dal giornale e richiamando alla responsabilità sociale e etica che ogni impresa è chiamata a salvaguardare.
Perchè Libero?
Secondo il lavoro svolto dai diversi Osservatori sui media, il giornale diretto da Vittorio Feltri, come e più di altre testate, costruisce la sua identità su un linguaggio provocatorio e aggressivo, tanto da arrivare a collezionare un vero record di sanzioni disciplinari: solo 5 negli ultimi mesi.
Colpire il linguaggio di un quotidiano attraverso un’attività di pressione nei confronti dei suoi inserzionisti rappresenta una novità unica nel nostro Paese.
Che dovrà sempre più abituarsi ad individuare, in seno alla società civile, nuovi anticorpi per rispondere agli “incendiari” che vogliono ridurre in cenere i valori civili su cui è costruita l’identità dell’Italia
Ecco il testo dell’appello
La Campagna #LIBERODALLODIO mira a contrastare le forme di informazione stereotipata e la cultura dell’odio che divide la nostra società e contribuisce ad alimentare un clima d’odio e discriminazione.
I titoli sensazionalistici e gli articoli improntati sui cd. “discorso d’odio” a cui spesso alcuni media ricorrono contribuiscono a diffondere stereotipi e pregiudizi su gruppi di persone e creano terreno fertile per episodi violenti e discriminatori.
La campagna
La campagna #LIBERODALLODIO — nata dal quotidiano lavoro di monitoraggio delle testate on-line e cartacee dell’Osservatorio 21 Luglio — si basa sulla convinzione che la società civile ha potere di richiamare, anche indirettamente, giornalisti e testate all’utilizzo di un’informazione corretta rispetto ai temi caldi discussi dall’opinione pubblica.
Per questo vogliamo rivolgere un appello alle aziende che acquistano spazi pubblicitari su Libero Quotidiano, richiamandoli alla responsabilità sociale ed etica che ogni impresa è chiamata a salvaguardare.
Perchè Libero?
Il giornale Libero Quotidiano, come e più di altre testate, costruisce la sua identità su un linguaggio provocatorio e aggressivo, ha un forte impatto sull’opinione pubblica e ha suscitato dibattiti periodici soprattutto in seguito ad alcune titolazioni ed articoli particolarmente eclatanti.
Solo nell’ultima parte del 2016 e nei primi mesi del 2017 l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia nei confronti di giornalisti e del direttore di Libero Quotidiano ha deliberato ben 5 sanzioni disciplinari per articoli ed editoriali aventi ad oggetto rom, migranti e altre categorie sociali deboli contrari sia alla Carta dei doveri del giornalista, in particolare con riferimento al dovere fondamentale di “rispettare la persona e la sua dignità e di non discriminare nessuno per la razza, la religione, il sesso, le condizioni fisiche e mentali e le opinioni politiche”, sia alla Carta di Roma che invita i giornalisti italiani ad “adottare termini giuridicamente appropriati sempre al fine di restituire al lettore e dall’utente la massima aderenza alla realtà dei fatti, evitando l’uso di termini impropri”.
L’obiettivo
Con cadenza mensile verranno individuati gli inserzionisti che avranno acquistato il maggior numero di spazi pubblicitari o saranno maggiormente apparse in tale arco temporale sull’edizione cartacea del quotidiano.
A loro ci si rivolgerà per chiedere di impegnarsi e di prendere una posizione etica riducendo o sospendendo la loro pubblicità su questa testata fino a quando non cesserà la diffusione della “cultura dell’odio”.
Cosa puoi fare tu
Puoi aderire alla campagna inviando la lettera agli enti e le aziende individuate. Come consumatori o possibili utenti degli enti e delle aziende da cui acquistiamo, abbiamo il diritto e il dovere di esprimere il nostro punto di vista e chiedere di aderire con noi alla causa.
Chiedi che si operi una scelta etica e che i nostri soldi non aiutino a sostenere chi fa del sensazionalismo e della stigmatizzazione il suo tratto distintivo.
(da agenzie)
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