LA CASSAZIONE BOCCIA IL DECRETO SALVINI: NIENTE PIU’ “MADRE” E “PADRE” MA “GENITORE” SUI DOCUMENTI
ILLEGITTIMO PRIVARE IL MINORE DI UN DOCUMENTO D’IDENTITA’ CHE NON RAPPRESENTI LA SUA REALE FAMIGLIA
Niente «padre» e «madre» sui documenti dei figli, ma «genitori». La Cassazione ha respinto il ricorso del ministero dell’Interno e afferma che privare il minore di un documento d’identità che non rappresenti la sua reale famiglia sia «discriminatorio» e «illegittimo».
Cosa significa? Che è legittima la disapplicazione del decreto del Viminale del 2019, che consente unicamente di indicare sul documento i due genitori come padre e madre.
I giudici della Suprema Corte (collegio presieduto da Maria Acierno e composto dai consiglieri Laura Tricomi, Giulia Iofrida, Alessandra Dal Moro e Alberto Pazzi come consigliere estensore) scrivono: «L’effetto finale, irragionevole e discriminatorio dell’assunto del ministero sarebbe stato quello di precludere al minore una carta d’identità valida per l’espatrio» solo perché «figlio naturale di un genitore naturale e di uno adottivo dello stesso sesso».
La Cassazione ricorda di aver riconosciuto «rispetto a una coppia omoaffettiva femminile, che l’adozione in casi particolari si presta a realizzare a pieno il preminente interesse del minore alla creazione di legami parentali con la famiglia del
genitore adottivo, senza che siano esclusi quelli con la famiglia del genitore biologico».
Da anni prosegue la battaglia tra Viminale e Comuni che hanno trascritto all’anagrafe i due genitori di coppia omosessuale come due madri o due padri. Ora la Cassazione dà il via libera e boccia il decreto Salvini.
(da agenzie)
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