LA CORTE HA GIA’ DECISO: AVREMO UNA LEGGE PROPORZIONALE CON PREFERENZE ANCHE ALLA CAMERA
E’ TUTTO GIA’ SCRITTO NELLA DECISIONE N.1 DEL 2014 EMESSA SUL PORCELLUM… E LA CORTE NON SI DISCOSTA MAI DAI PRECEDENTI
“Ecco perchè hanno vinto i pooh”: si era ancora alla vigilia di una nota edizione del festival di Sanremo e tra il serio e il faceto uscii il facile e vincente pronostico.
Ebbene oggi alla vigilia del verdetto della Consulta sull’Italicum il pronostico è ben più facile, non già per strani vaticini, ma per salde ragioni istituzionali.
Ed infatti, pur sempre ricordando Gianni Brera che ammoniva come i pronostici non li sbaglia solo chi non li fa, se c’è una cosa prevedibile sono le sentenze dei giudici costituzionali in materie su cui hanno già di recente statuito.
Perchè è proprio una caratteristica delle Corti quella di dare piena e ribadita continuità alle proprie decisioni.
È un imperativo enormemente più forte di qualsivoglia composizione del momento. Ciascuno dei giudici potrà pure avere le sue personali idee ma quando gli uffici gli sciorinano davanti i recentissimi precedenti, ogni velleità capitola salvi i rari casi in cui possa parlarsi di mutamenti di società , costumi, cultura, diritto internazionale.
E non è certo questo caso. La politica sempre se ne dimentica e così dà spazio a polemiche, falsi interrogativi, climi di attese nervose che in realtà non hanno ragione di essere.
Perchè tutto o quasi è sostanzialmente già scritto.
Un ultimo vistoso esempio? La legge Severino. La Consulta aveva più volte detto che è senz’altro legittima una norma di cautela che tiene lontani gli eletti dalle cariche pubbliche pure in presenza di pronunce di primo grado; sicchè non c’era nessuna ragione di dubitare delle legalità pure della Severino.
Si è voluto ugualmente imbastire un can can per più di due anni sino a quando la Consulta con poche lapidarie parole ha semplicemente detto: ma perchè vi agitate se è da tempo che ripeto che trattasi di norme sicuramente costituzionali.
E così, sia pur di segno opposto ma ugualmente scontata (salvo clamorosi quanto impossibili colpi di scena) è la decisione sulla legge elettorale, perchè sostanzialmente tutto è già scritto nella decisione n. 1 del 2014 emessa sul porcellum.
Quindi per sapere già oggi quel che domani dirà la Corte basta mettere in fila i sei interrogativi cui deve dare riscontro e prendere le risposte già scritte nella recentissima sua sentenza.
1. Dalle decisione di domani uscirà una legge applicabile? SI obbligatoriamente.
Gli interrogativi che sul punto si agitano in queste ore (Salvini su tutti) sono assolutamente oziosi. La Corte ha già più volte evidenziato (e da ultimo nella sentenza sul porcellum) che le leggi elettorali sono “costituzionalmente necessarie” nel senso che il paese non può stare nemmeno un giorno senza una legge elettorale applicabile sicchè dalle sue pronunce scaturisce sempre e comunque una norma di pronta applicazione.
2. La questione di costituzionalità su una legge elettorale prima della sua applicazione è ammissibile? SI ha già detto la Consulta occupandosi del porcellum; perchè hanno spiegato i giudici è ammissibile sollevare la questione nell’ambito di un giudizio volto ad accertare i connotati del diritto di voto messi in discussione da una legge sospettata di incostituzionalità
3. Il ballottaggio dell’Italicum è legittimo? NO ha già detto la Consulta perchè non si può dare un premio di maggioranza senza la garanzia del raggiungimento di una determinata soglia di voti; e siccome al ballottaggio si accede per il solo fatto di essere primo o secondo partito e poi uno dei due si prende il premio anche se vanno a votare solo in tre elettori, ecco che in piana e immediata applicazione di quanto già statuito sul porcellum la Consulta non può che bocciare quel ballottaggio.
In questo quadro la circostanza che il sistema sia ancora bicamerale (per il no referendario alla riforma costituzionale) è solo un elemento rafforzativo nell’inammissibilità di un premio senza soglia che non trova nemmeno la giustificazione di una governabilità non raggiungibile in presenza di un Senato eletto con sistema diverso.
4. Il premio al primo e unico turno è legittimo con la soglia del 40%? SI.
Nella sentenza sul porcellum la Consulta aveva censurato l’assenza di una soglia. Quella del 40 per cento appare quanto meno ragionevole e la Corte non dovrebbe avere voglia di apparire come il Cerbero censore di qualsivoglia correzione maggioritaria. In ogni caso il problema è relativo perchè al 40% da soli non arriva nessuno.
5. L’attribuzione alla lista e non alle coalizione è legittima? SI.
Già nella sentenza del porcellum la Corte ha dato atto di come spetti al legislatore la scelta se favorire coalizioni o liste senza apparentamenti, nessuna delle due essendo un’opzione costituzionalmente obbligata.
6. I capilista bloccati sono legittimi? NO sulla scorta della sentenza sul porcellum che esclude che il voto dell’elettore possa essere deformato e “rubato”.
L’inganno dell’Italicum è che da un lato prevede le preferenze ma se poi tutti gli elettori di un partito esprimono una scelta per un candidato, poi però viene eletto (se mai soltanto) quello voluto dal partito in barba alle preferenze espresse dagli elettori. Qui si può discutere di come i giudici civili abbiano sollevato la questione: ma se la Consulta la ritiene ammissibile senz’altro travolge anche i capilista insieme alla loro arbitraria opzione tra più collegi dopo il voto.
In definitiva potranno oscillare dettagli ma da domani come era ampiamente prevedibile avremo anche per la Camera una legge proporzionale con preferenze e possibile premio di maggioranza alla lista che (molto improbabile) da sola raggiunga il 40% dei voti.
Del ritorno al passato (proporzionale e appiccicose preferenze) non ha certo colpa la Corte che si limita a rattoppare i buchi più grossi ed evitare ferite al principio di democrazia.
La soluzione più rapida e di buon senso sarebbe quella di lasciare tale impianto ma riducendo i collegi ad ambito uninominale come era per il vecchio Senato; legge proporzionale ma uninominale garantendo così rappresentatività e rapporto elettori-eletti. Semplice buon senso.
Avrebbero già potuto farlo. Ma aspettano, aspettano, aspettano….
Gianluigi Pellegrino
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply