LA DENUNCIA DI OPEN ARMS E I CAZZARI RAZZISTI CHE ESULTANO ED INSULTANO PERCHE’ NON CAPISCONO UNA MAZZA DI DIRITTO
LA DENUNCIA PER OMICIDIO COLPOSO E OMISSIONE DI SOCCORSO RIGUARDA OVVIAMENTE IN PRIMIS I COMANDANTI DEL MERCANTILE E DELLA MOTOVEDETTA LIBICA, MA RIGUARDA ANCHE “CHIUNQUE ABBIA RESPONSABILITA’ DIRETTE O INDIRETTE O SIA COINVOLTO A QUALUNQUE TITOLO NELL’EVENTO”, SARA’ IL MAGISTRATO A INDAGARE
Poveri razzistelli frustrati: se leggete i commenti al tweet di Proactiva Open Arms c’è la schiuma della fogna italica, feccia che andrebbe denunciata per gli insulti rivolti a chi sacrifica il proprio tempo per aiutare il prossimo, invece che seminare odio e fare il tifo per i criminali libici.
Peccato che le loro conoscenze di diritto siano pari alla loro umanità , ovvero prossima allo zero.
La precisazione di Open Arms
Veniamo ai fatti, ovvero il comunicato della Ong:
“Visto quanto riportato oggi su diversi organi di stampa, ci preme precisare che nessuna denuncia eÌ€ stata presentata nei confronti del Governo italiano neÌ della sua Guardia Costiera”.
Open Arms precisa ancora che “in relazione ai fatti avvenuti durante l’intervento di salvataggio compiuto il 17 luglio 2018, il direttore e fondatore di Proactiva Open Arms, Oscar Camps, e molti dei volontari presenti a bordo della Open Arms durante l’ultima missione, hanno presentato presso la Procura di Palma di Maiorca, una denuncia contro: il Capitano della motovedetta libica 648 ”RAS AL-JADAR” MMSI 642124567, membro della Guardia Costiera libica e il comandante di eventuali altre imbarcazioni libiche intervenute in quelle stesse ore, per omissione di soccorso e per avere causato la morte di due persone”.
Altra denuncia, scrive la Ong nella nota, ha riguardato “il Capitano del mercantile ”TRIADES”, IMO n°9350082, battente bandiera panamense, per omissione di soccorso e omicidio colposo” e ” chiunque abbia responsabilitaÌ€ dirette o indirette o sia stato coinvolto a qualunque titolo nell’aver determinato gli esiti di quell’evento drammatico”. “Saranno ora le autorità Ì€ giudiziarie spagnole a valutare, in base agli elementi da noi forniti, in che modo dare seguito alla denuncia presentata”, conclude Open Arms.
Da qui l’esultanza dei razzistelli in quanto la Ong “non denuncia più il governo italiano”.
Peccato che le cose giuridicamente non siano cosi’ per i motivi che andiamo a spiegare.
1) La denuncia riguarda i due principali soggetti di cui Open Arms ha la registrazione della conversazione intercorsa, in cui il comandante del mercantile avverte la Guardia Costiera libica di aver avvistato un barcone in emergenza e i militari libici dicono che ci pensano loro al soccorso, invitando il mercantile ad allontanarsi.
La Open Arms non si fida e si dirige sul luogo del naufragio e scopre il gommone bucato dai libici, i due cadaveri e trae in salvo Josefa stremata.
a) il mercantile in base alla legge vigente aveva l’obbligo di intervenire vista l’urgenza della situazione
b) la Guardia costiera libica o non è intervenuta o se è intervenuta ha bucato un gommone con una persona ancora viva e senza recuperare i due cadaveri.
c) chi ha demandato i soccorsi alla Guardia Costiera libica in acque che non sono certificate dagli organismi preposti come “zona Sar libica” ?
Il governo italiano che quindi ha rinunciato a intervenire direttamente con mezzi adeguati e ha allontanato le Ong che avrebbero potuto prestare tempestivo soccorso. E’ infatti il centro di intervento italiano che deve coordinare i soccorsi come da impegni internazionali certificati.
Ricordiamo che la denuncia non a caso riguarda “chiunque abbia responsabilitaÌ€ dirette o indirette o sia stato coinvolto a qualunque titolo nell’aver determinato gli esiti di quell’evento drammatico”.
2) Il post di Salvini e lo sbarco negato a Lampedusa
Una volta recuperati i due corpi e salvata Josefa, Open Arms chiede di poter attraccare con urgenza a Lampedusa e resta in vana attesa per ore.
Salvini come suo costume aveva scritto che “Open Arms l’Italia la vedrà in cartolina e che nessun porto italiano accoglierà la nave” (ora finge di dimenticarsene)
Quindi di fatto, a fronte di una emergenza, nega la possibilità di accogliere sia Josefa che i due morti nel naufragio, tanto che si scatena l’indignazione di molti media.
Solo quando il caso sta per esplodere in mano al governo italiano per i riflessi internazionali che sta suscitando, arriva una parziale marcia indietro: il governo pare disposto ad accogliere Josefa ma non i due cadaveri (probabilmente nel timore dell’effetto mediatico di funerali in Italia).
Salvini è alle corde, pressato dagli alleati, e alla fine propone lo sbarco sia di Josefa che dei due cadaveri ma non a Lampedusa, con una scusa ridicola: “Lampedusa non ha celle frigorifere”.
Come se non esistessero elicotteri che da Lampedusa in 30 minuti non possano trasferirli in qualsiasi altra località della Sicilia in appositi contenitori refrigerati.
In compenso propone, caso strano, come sbarco Catania, nota per una procura che da un anno indaga sulle Ong senza alcuna conclusione giudiziaria.
Quindi non è vero che “l’Italia si è immediatamente resa disponibile”, tanto è vero che Open Arms alla fine ha rivolto la prua verso la Spagna che “tempestivamente” si è dichiarata pronta ad accoglierla.
Se questo comportamento può o meno configurare “l’omissione di soccorso” lo deciderà la magistratura spagnola che, ripetiamo, dovrà accertare gli atti di “chiunque abbia responsabilitaÌ€ dirette o indirette o sia stato coinvolto a qualunque titolo nell’aver determinato gli esiti di quell’evento drammatico”.
E qui la catena del soccorso italiano potrebbe venire chiamato in causa.
3) Se si arrivererà a una inchiesta giudiziaria, verranno per la prima volta chiarite le responsabilità della Guardia Costiera libica.
Se Josefa testimonierà un comportamento illecito dei libici, sanzionato da una sentenza, Salvini non potrà più attaccare la Ong ma dovrà ammettere di aver delegato a dei criminali il soccorso in mare.
E di fronte al mondo l’Italia sarà il Paese che affida il respingimento nei lager e l’affogamento di madri e bambini a degli incapaci (nella migliore delle ipotesi) o a dei delinquenti (nella peggiore)
In ogni caso qualcuno ha poco da ridere.
Anche nell’ex Jugoslavia qualcuno rideva e si è trovato con le manette ai polsi.
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