“LA FEBBRE DI GIORGIA MELONI? HA UNA COSA DA NIENTE”: IL MINISTRO ZANGRILLO SMINUISCE LA GRAVITÀ DELL’INFLUENZA CHE HA COSTRETTO DONNA GIORGIA A SALTARE IL VERTICE DI ALICANTE
SI CONFERMA UNA “MALATTIA” DIPLOMATICA. SI È OFFESA PER IL NO DELL’ELISEO A UN BILATERALE CON MACRON IN SPAGNA
L’assenza fa rumore, evita qualche imbarazzo, ma non risolve il grande freddo. Gli sbarchi dei migranti non bastano a rasserenare il clima: Italia e Francia restano distanti. Si litiga nella sostanza, ma anche e soprattutto nella forma, che in diplomazia non è mai un dettaglio. Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron ieri sono rimasti lontani anche fisicamente, lui al vertice del Mediterraneo di Alicante, lei a Roma con l’influenza.
I pontieri instancabili, a cominciare da Antonio Tajani, restano all’opera. Il ministro degli Esteri, che sostituisce la premier al summit, lo fa direttamente con il presidente francese, al quale trasmette la volontà italiana di recuperare il dialogo ai più alti livelli. Per riuscirci però, «bisogna tenere a bada i burocrati» è il senso del messaggio. Sulle navi, il vicepremier aggiunge: «Non manca mai da parte dell’Italia una risposta solidale, l’importante è che si rispettino le regole».
Quello spagnolo doveva essere il vertice del ghiaccio da rompere, con Pedro Sanchez, e del rapporto da recuperare, con Macron. L’influenza che ha colpito Giorgia Meloni però ha cambiato di colpo lo scenario. Sono le otto del mattino quando Palazzo Chigi avvisa la Farnesina: la presidente è a letto con la febbre e non può partecipare al summit dei Paesi del Mediterraneo ad Alicante.
Sull’aereo di Stato verso la Spagna sale allora Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier. Fonti governative escludono che si tratti di Covid, «il tampone è negativo». Il ministro della Funzione pubblica, Alberto Zangrillo, sminuisce la gravità della malattia, «Meloni ha una cosa da niente». Quel «niente», però, la costringe a saltare un appuntamento delicato, molto al di là dell’agenda dei lavori.
Il vertice dei 9 Paesi del Mediterraneo si chiude con una dichiarazione che chiede all’Ue di mettere «un tetto al prezzo del gas che sia dinamico e realmente efficace», come spiega Sanchez. Visto che la proposta della Commissione, «ha bisogno di aggiustamenti». Di fatto è la posizione italiana. Prima del summit viene presentato H2MED, il corridoio dell’idrogeno che collegherà Portogallo, Spagna per arrivare, sotto al mare, a Marsiglia.
Alla Ciudad de la luz, gli studi cinematografici sulle colline di Alicante, tra i diplomatici iberici circola una battuta: «Questa influenza è stata molto opportuna». È una battuta, ma l’assenza incide sulla giornata. Meloni e Sanchez si sentono al telefono, «il rapporto con Roma è fondamentale». Il tema dello scontro con la Francia resta nell’aria. Quando Tajani arriva al pranzo organizzato dagli spagnoli sul lungomare di Alicante, ha l’occasione di avvicinare il presidente francese. I due si conoscono da tempo e il ministro degli Esteri italiano può parlare con una certa franchezza. L’irritazione italiana per le notizie che filtrano dall’Eliseo su un invito a Parigi al quale Meloni non avrebbe risposto, è ancora molto vivo. Palazzo Chigi nella serata di giovedì ha risposto: «Non ci è arrivato nessun invito». Una durezza che a Parigi è parsa fuori luogo. La questione, è opinione diffusa tra i francesi, si risolverebbe soltanto con un contatto diretto tra i due leader. Ma per il governo italiano i tempi non sono maturi, viste le differenze per il momento molto grandi sulla questione migranti. In Spagna, Tajani vuole stemperare il clima, ma auspica maggiore attenzione anche da parte francese: «Non ci sono state dichiarazioni ufficiali, ci sono state dichiarazioni informali, ma non c’era nessuna visita programmata di Meloni».
(da la Stampa)
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