LA FECCIA DEL CRIMINALE TENTA L’ASSALTO AL CAMPIDOGLIO A WASHINGTON PER IMPEDIRE L’ESERCIZIO DEMOCRATICO DEL CONGRESSO MENTRE ANCHE PENCE SCARICA IL SOVVERSIVO SOVRANISTA
SE FOSSERO STATI MANIFESTANTI DI COLORE LA POLIZIA AVREBBE GIA’ SPARATO RAFFICHE DI MITRA … IL CAPOCLAN E IL FIGLIO ANNUNCIANO UN PARTITO PERSONALE DELL’EVERSORE
Migliaia di sostenitori di Donald Trump si sono radunati a Washington in una delle manifestazione più accese contro i risultati delle presidenziali del 3 novembre, convocata proprio nel giorno in cui il Congresso si prepara a ratificare formalmente la vittoria del presidente eletto Joe Biden.
“Non ci arrenderemo mai, non concederemo mai” la vittoria, ha detto davanti a loro Trump, ma la realtà è che le ultime ore sono fra le più nere del presidente.
Con la probabile vittoria democratica in entrambi i seggi del Senato per cui si è votato ieri in Georgia e il rifiuto del vicepresidente Mike Pence di forzare la mano al Congresso perchè non certifichi la vittoria di Biden, i suoi giorni alla Casa Bianca sono ormai contati. Il 20 gennaio Biden giurerà da presidente.
Evacuati edifici Capitol, scontri con la polizia al grido di “Fight for Trump”
Mentre è in corso la speciale sessione plenaria per la certificazione della vittoria di Joe Biden sono stati evacuati alcuni edifici del Congresso. I sostenitori di Trump hanno marciato verso il Campidoglio, anche sfondando le barricate della polizia, al grido di “Fight for Trump”. Secondo Fox News, vi sarebbe stato un allarme bomba. La polizia ha ordinato l’evacuazione degli edifici della Camera, del Madison Building e della Madison Library of Congress.
Deputati e senatori fedeli a Trump si oppongono alla ratifica dei voti
Senatori e deputati fedeli a Trump si sono opposti alla ratifica dei voti dei grandi elettori dell’Arizona, dopo che quelli dell’Alabama e dell’Alaska sono stati certificati. A presentare l’opposizione è stato il senatore repubblicano Roy Blunt. L’obiezione fa sì che la sessione congiunta del Congresso venga interrotta, con la Camera e il Senato che tornano nelle rispettive aule per una discussione che può durare fino a due ore. Nel corso del processo di ratifica sono attese diverse interruzioni analoghe, almeno per gli Stati di Georgia e Pennsylvania.
Pence volta le spalle a Trump
Ma per Trump il destino sembra ormai segnato, e l’ultimo colpo gli è arrivato dal suo numero due. “La presidenza appartiene agli americani. Non ritengo che i padri fondatori volessero investire il vicepresidente con l’autorità unilaterale di decidere quali voti devono essere contati e quali no”, ha fatto sapere Mike Pence in una nota. Il vicepresidente di fatto ha respinto così l’invito a capovolgere il risultato elettorale in Congresso.
Il “no” di McConnell: “Invertire il voto sarebbe una spirale mortale”
Lo stesso ha fatto Mitch McConnell, potente leader repubblicano del Senato. “Gli elettori, i tribunali e gli Stati hanno tutti parlato: se decidessimo contro di loro, mineremmo la nostra repubblica per sempre”, sarebbe “una spirale mortale”, ha detto al Congresso riunito in seduta congiunta, respingendo anch’egli la richiesta di Trump di non certificare la vittoria di Biden.
Trump: “Ci hanno rubato anche i ballottaggi in Georgia”
Nel comizio tenuto prima dell’inizio dei lavori del Congresso, Trump ha denunciato che anche i ballottaggi in Georgia per il Senato vinti dai dem sono stati “rubati”, “truccati”. “Questa volta è andata un po’ meglio perchè avevamo più occhi per controllare le elezioni ma sono riusciti a truccarle lo stesso”, ha detto. “E’ la fine del partito repubblicano, non la nostra” ha aggiunto sancendo lo strappo dal Grand Old Party.
L’appello di Donald Jr.
A certificare lo strappo fra il presidente e il suo partito il figlio primogenito di Trump, Donald Junior, parlando alla marcia di Washington. “Questa manifestazione dovrebbe mandare (al Gop)un messaggio: questo non è più i loro partito repubblicano. Questo è il partito repubblicano di Donald Trump. Questo è il partito repubblicano che metterà l’America al primo posto”.
Biden sceglie Garland per guidare la Giustizia
Intanto Biden ha scelto Merrick Garland come suo Procuratore Generale, figura equivalente al ministro della Giustizia. Lo riferiscono fonti ben informate all’Associated Press. Si tratta di una rivincita per l’ex presidente della Corte d’Appello del Distretto di Columbia, che era stato nominato alla Corte Suprema da Barack Obama nella primavera 2016 per sostituire il defunto Antonin Scalia, icona della giurisprudenza conservatrice. Il Senato a guida repubblicana si era rifiutato persino di concedere l’audizione a Garland e discuterne la nomina, ritenendo che il successore di Scalia avrebbe dovuto essere nominato dal presidente che sarebbe stato eletto alla fine dell’anno.
(da agenzie)
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