LA GRANDE AMMUCCHIATA DI GOVERNO: MALUMORI IN FORZA ITALIA E LEGA
BRUNETTA E CARFAGNA SONO DA TEMPO SU POSIZIONI CRITICHE… GIORGETTI E GARAVAGLIA NON RAPPRESENTANO LA LINEA SOVRANISTA DI SALVINI
“Il mio manuale sarà necessario”. Una settimana fa, in tempi non sospetti Massimiliano Cencelli profetizzava che “Super Mario dovrà farvi ricorso” per placare gli appetiti dei partiti e scrollarsi di dosso malumori e musi lunghi.
Uomo di mondo e raffinata seconda linea degli anni d’oro della Dc, non è un caso che l’autore del più famoso testo sull’utilizzo di bilance e bilancini nella spartizione del potere sia ancora oggi, e per chi sa quanto, citato come padre nobile dell’antica arte dell’accontentare tutti i commensali.
Giancarlo Giorgetti si ritrova nel delicato dicastero dello Sviluppo economico, pur senza le deleghe all’energia, che di quel ministero sono una parte considerevole e che andranno alla Transizione ecologica di Roberto Cingolani.
“Sono stato avvertito”, puntualizza stizzito Matteo Salvini che spiega che non c’è stato un coinvolgimento nella scelta dei nomi, forse perchè l’altro portafoglio attribuito alla Lega è quello del Turismo (che il Carroccio aveva anche all’epoca dei gialloverdi) e l’uomo scelto è Massimo Garavaglia, anche lui tendenza giorgettiana.
Rientra al governo anche Erika Stefani, che incassa il ministero chiesto a gran voce durante le consultazioni, quello della Disabilità . L’ala più tradizionalmente sovranista ne esce seccamente ridimensionata.
Anche in Forza Italia si registrano malumori. Vince la linea “lettiana” che negli ultimi mesi si è opposta a quella filo-leghista. Renato Brunetta, un po’ a sorpresa, fa un gran ritorno alla Pubblica amministrazione dopo esservi già stato, contestatissimo, all’epoca dell’ultimo governo Berlusconi.
Con lui anche Maria Stella Gelmini alle Autonomie e Mara Carfagna al Sud.
Nessun portafoglio, “tre ministeri minori, e con gli stessi numeri parlamentari o quasi della Lega”, attacca un dirigente azzurro, tanto che si vocifera di una telefonata proprio sul tema di Berlusconi a Draghi, oltre alle lamentele per l’assenza di esponenti del Senato.
(da “Huffingtonpost”)
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