LA LEZIONE DI IMPEGNO CIVILE DI LEBRON JAMES A ZLATAN IBRAHIMOVIC
IL CALCIATORE: “LE PERSONE DI UNA CERTA FAMA NON DOVREBBERO PARLARE DI POLITICA”… LA REPLICA DEL FUORICLASSE DEI LAKERS: “NON STO ZITTO DI FRONTE ALLE INGIUSTIZIE E AL RAZZISMO”
Botta e risposta tra due pesi massimi dello sport mondiale: Zlatan Ibrahimovic e Lebron James. Il primo, il calciatore e fuoriclasse del Milan, ha accusato il secondo, leggenda vivente dell’Nba e in corsa con Michael Jordan come GOAT del basket, di occuparsi troppo di politica.
“Non mi piace quando le persone con un certo status parlano di politica. Limitati a fare quello in cui sei bravo, meglio tenersi lontani da certi argomenti” ha attaccato riferendosi apertamente a James, con riferimento al suo attivismo per i diritti dei neri e, in particolare, al modo in cui la stella dei Los Angeles Lakers si racconta, con quell’espressione diventa iconica: “More than an athlete”. “Più di un atleta”.
L’esatto opposto, insomma, di come Ibrahimovic concepisce la vita di uno sportivo, dentro e fuori dal campo.
La lezione di James
Poco fa, da Oltreoceano, è arrivata l’attesa risposta di LeBron James, che ha replicato così a Ibrahimovic dopo la vittoria dei suoi Lakers su Portland.
“Non c’è modo che io stia zitto di fronte alle ingiustizie e mi limiti allo sport” ha dichiarato. “Io sono parte della mia comunità e ho oltre 300 ragazzi nelle mie scuole che hanno bisogno di una voce, e io sono la loro voce. Sono la persona sbagliata da criticare su questo campo perchè ho una mente ‘molto educata’ e ho fatto i compiti… Mi occuperò sempre di temi come l’uguaglianza, la giustizia sociale, il razzismo, l’assistenza medica e il diritto al voto. So quanto è potente la mia voce e la ‘piattaforma’ da cui parlo e la userò sempre per occuparmi di certe cose, nella mia comunità , nel mio paese e in tutto il mondo”.
James ha poi aggiunto un riferimento allo stesso Ibrahimovic, senza mai nominarlo apertamente:
“Divertente come queste parole vengano da lui, quando nel 2018 aveva fatto le stesse cose. E’ stato lui a tornare in patria e a dire che sentiva razzismo nei suoi confronti solo perchè il suo cognome era diverso dai vari Svensson o Andersson”.
(da “NextQuotidiano”)
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