LA LISTA DEI REGALI DI ANEMONE ALLA CRICCA: ANCHE SEDIE, FRULLATORI E TAPPETI, ARRAFFAVANO TUTTO
TRA I BENEFICIARI (A LORO INSAPUTA?) SCAJOLA, LUNARDI, BERTOLASO E BALDUCCI… SI FACEVANO PAGARE DA ANEMONE PERSINO LE SPESE DI LAVANDERIA PER I VESTITI SPORCHI E LE BOLLETTE DI LUCE E GAS
Ci sono un milione di lire per “l’autista di Claudio Scajola”, i 30 mila euro per i lavori della figlia di Guido Bertolaso. I materassi della casa dell’allora ministro Pietro Lunardi e persino i cuscini del palazzetto di famiglia in via dei Prefetti.
E poi ancora le spese per le bollette Acea e Italgas, Sky e infine il mosaico della piscina e il tappeto della lussuosa magione di Angelo Balducci. E non manca un’annotazione per le spese del fuoristrada di Camaldo, con tutta probabilità il monsignore amico di Balducci (3250 euro per “ass.”).
La contabilità spicciola del sistema Anemone è saltata fuori dall’analisi dei file del computer della segretaria. Una vera miniera di informazioni gestita attraverso un apposito programma di contabilità .
Con l’aiuto dei consulenti informatici, la polizia giudiziaria ha messo in fila il dare e l’avere occulto del re dei lavori senza gara.
L’informativa depositata il 19 maggio per sostenere l’accusa contro Diego Anemone e i funzionari che lo avrebbero aiutato in cambio di regalie, Angelo Balducci, Guido Bertolaso, Mauro Della Giovampaola, Fabio De Santis, Claudio Rinaldi, si compone di ben 841 pagine di conti, sottoconti, entrate e uscite.
Ci sono persino i compensi (leciti e fatturati ovviamente) di attori come il vincitore di Ballando con le stelle Kaspar Capparoni, arruolati dalla società di produzione di famiglia per dare lustro al film “Sole nero” nel quale recitava Lorenzo Balducci, figlio di Angelo.
Il lavoro certosino degli investigatori però ha estratto da questa massa informe di dati 12 pagine contenenti solo le spese degne di segnalazione ai magistrati.
La prima annotazione è del 27 giugno 2001: “Sedie Balducci: 1 milione e 224 mila lire”.
L’ultima è del 15 dicembre del 2009: “Sava Rinaldi scad. mese: 739,1 euro”, probabilmente il leasing di un’automobile a disposizione di Claudio Rinaldi, commissario dei mondiali di nuoto 2009.
I protagonisti della lista sono l’ex dirigente della Presidenza del consiglio Angelo Balducci e i suoi figli.
Ma non mancano annotazioni molto interessanti su Claudio Scajola, Guido Bertolaso e Pietro Lunardi.
L’ex ministro delle infrastrutture, già indagato per l’acquisto a prezzo di favore da Propaganda Fide del palazzo di via dei Prefetti a Roma, non compare mai nella contabilità .
In compenso ci sono molte annotazioni che fanno riferimento al nome di battesimo della figlia Martyina, titolare della San Marco, l’impresa di famiglia che ha comprato quell’immobile.
Il 2 gennaio 2006 per esempio si legge: “Martina per via dei Prefetti: 250 mila euro”. Un’annotazione che gli investigatori leggono con attenzione. Anche perchè l’autista factotum di Anemone, Hidri Fathi, aveva dichiarato di avere consegnato una busta di Anemone a Martina Lunardi nella quale pensava potesse esserci un assegno .
Alla fine di ottobre del 2001, nell’Archivio cassa di Anemone compare il nome di un altro autista e di un altro ministro: Scajola.
La cifra annotata è paria a un milione di lire ed è imputata a “spese autista Scajola”.
Una somma piccola che sei giorni prima era stata preceduta da un’altra annotazione anonima: “rimborso Vanessa (probabilmente Vanessa Pascucci, moglie di Anemone, ndr) per spese ministro”.
In quel periodo Anemone curava molto i rapporti con le forze di polizia.
Il 4 luglio si legge: “800 mila lire per Questore San Vitale (sede della Questura di Roma, ndr)” e il 18 luglio “un milione di lire per Questore”. Spiccioli.
La musica cambia nel 2004. Nei primi giorni di maggio la trattativa per l’acquisto della casa di Scajola al Colosseo entra nel vivo.
E la contabilità di Anemone registra: il 4 maggio “Angelo Z. per appartamento 50.000 euro”; il 12 maggio: “A Zamp. per appartamento: 50.000 euro”. Il 19 maggio 2004: “Compromesso (200) più Agenzia (30) Scaj: 230.000 euro”.
Proprio quel giorno è stato siglato il compromesso tra le sorelle Papa e Claudio Scajola con la consegna da parte dell’architetto Zampolini alle sorelle di 200 mila euro.
E non è finita, il 21 ottobre: “168 mila euro per c\c via del Fagutale rimb. a Maria Corse”.
Il 27 aprile Anemone spende 96 euro per un trasformatore per casa Scajola. I pm di Perugia e di Roma non hanno indagato Scajola anche perchè non è stato trovato nessun favore pubblico offerto dal politico ad Anemone per sdebitarsi
Il Fatto Quotidiano ha già svelato, grazie alla pubblicazione delle fatture inedite di un fornitore di Anemone, che il munifico imprenditore iniziò a lavorare al Viminale quando il ministro Scajola era in carica e non dopo le dimissioni del luglio 2002, come si era detto finora.
Ora dalla contabilità di Anemone si scoprono altri elementi sull’inizio dei rapporti tra l’ex coordinatore di Forza Italia e Anemone, databile subito dopo le elezioni del 2001, trionfali per Forza Italia e il suo coordinatore di allora.
Il 31 luglio 2001 sulla contabilità parallela appare: “Gentile Nicola per stucchi ministro: 3 milioni e 560 mila lire”. Il 6 agosto “stucchi Palazzo Grazioli: 1 milione e 500 mila lire”; Il 27 agosto: “Remo muratore Palazzo Grazioli: 1 milione di lire”. Il 22 ottobre “lampade palazzo Grazioli: 4 milioni di lire”; Il 25 ottobre: “rimborso Vanessa per spese ministro: 5 milioni di lire”. E poi “Ciani lampadari P. Grazioli: 2 milioni e 650 mila lire”.
Fino alla prima apparizione del nome il 31 ottobre: “spese autista Scaiola: 1 milione di lire”.
Anemone pensava a tutto anche ai vestiti sporchi dei suoi amici.
L’8 maggio del 2008 appare un’annotazione: “Lavanderia per Guido B.”.
Mentre il 27 settembre del 2006 subito dopo un’entrata anonima per 30 mila euro c’è la seguente uscita: “A Diego per ft. Olivia Bertolaso emessa Odd: 30 mila euro”. Olivia Bertolaso, figlia di Guido, è proprietaria dell’appartamento ai Parioli adiacente a quello di genitori, nel quale sono stati effettuati lavori da Anemone.
Anche l’indirizzo dell’appartamento che – secondo i pm – era stato messo a disposizione di Bertolaso da Anemone, che pagava l’affitto e le spese per suo conto.
Il primo marzo si legge: “FC a Walter per via Giulia (Berto): 2000 euro”.
Il 31 marzo: “A Zampolini per via Giulia: 10 mila euro”.
E poi numerose spese per bollette “Acea via Giulia” o “Eni-gas via Giulia”.
Marco Lillo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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