LA MESTA RITIRATA DEGLI EX-AN: PER LA RUSSA, GASPARRI, ALEMANNO E MATTEOLI “POCO FUTURO E NIENTE LIBERTA'”
CHI CERCA DI FARE IL FALCO AZZOPPATO, CHI IL PESCE BOLLITO, CHI E’ TRAVOLTO DALLO TSUNAMI ROMANO…SI AGGRAPPANO ALLA ZATTERA DEL RAPPORTO 3 A 7, MA GLI EX AN SI SONO PERSI PER STRADA E E IN PROSPETTIVA ANCHE LA POLTRONA
La battuta, sulle note di Mameli, sfugge a un autorevole senatore del Pdl ed è la sintesi perfetta di un dramma in corso: “Che schiava della Lega Silvio la creò”.
Il soggetto è la destra politica degli ex An, quelli rimasti nel partitone carismatico dopo lo strappo di Gianfranco Fini.
Per loro poco futuro e niente libertà dopo l’uno-due micidiale del 17 marzo unitario e della crisi libica.
Il rischio estinzione è tutto nel ghigno nervoso di Ignazio La Russa, ministro della Difesa nonchè triumviro del Pdl.
Nei giorni della festa del centocinquantesimo, La Russa è stato contestato e fischiato, poi si è aggirato invano per Montecitorio con un tricolore in mano mai sbandierato perchè oscurato, il ministro, dalla diserzione leghista di massa al solenne discorso di Napolitano.
Stessa storia sull’intervento contro il Colonnello di Tripoli, amico del Caimano.
Per ritagliarsi un ruolo, incalzato anche dai generali, il titolare della Difesa si è dimostrato da subito un falco.
Sconfitto ancora una volta.
Come rivelano le telefonate del premier, furibondo per questo interventismo d’antan sul bel suol d’amore.
E come conferma il solito fuoco amico del Carroccio: “ministro che parla a vanvera” (Bossi); “ministro della Guerra per un neocolonialismo” (Calderoli).
Risultato: oggi che spazio ha la componente ex An nel Pdl?
Continua, senza pietà , l’autorevole senatore di provenienza azzurra: “Forse non serviva la guerra di Libia per certificare questo processo di estinzione”. Aggiunge Carmelo Briguglio, finiano di Fli: “Non c’è riuscito Fini a creare un destra politica non berlusconiana nel Pdl figuriamoci La Russa e Gasparri. Stanno subendo e ingoiando di tutto, comprese le nuove leggi ad personam del Cavaliere”.
Dopo le informative del governo, a Palazzo Madama, La Russa, Gasparri e Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture si sono appartati per mezz’ora.
A “Ignazio e Maurizio”, Matteoli ha manifestato tutte le sue “perplessità su questo intervento” in cui “siamo stati tirati per i capelli”.
Quasi la stessa posizione del Carroccio (e di Berlusconi), espressa da Marcello De Angelis, deputato ex alemanniano oggi vicino a Matteoli, sul sito della rivista “Area” in un editoriale intitolato “Perplessità sull’attacco alla Libia”.
Certo, non la stessa linea di La Russa, che ieri ad alcuni senatori ha confidato anche di “aver limitato il protagonismo della Lega” nella risoluzione comune della maggioranza.
Limitazione di cui pochi si sono accorti nella stesura finale. Tant’è.
Oggi nel Pdl deambulano senza meta i resti di quelle che furono le tre correnti del finto unanimismo finiano al congresso di An del 2002, a Bologna.
I berluscones ex tatarelliani di La Russa e Gasparri, con il primo meno subalterno del secondo al Cavaliere.
I liberal di Matteoli (senza più Urso).
I sociali di Alemanno, ormai azzoppato da scandali e figuracce della sua giunta di Roma e che nella vicenda libica è intervenuto solo per pentirsi di essersi affacciato con Gheddafi dal Campidoglio.
Schiacciati tra il Caimano e il Senatùr, gli ex An hanno fissato la soglia di sopravvivenza nel famoso trenta per cento strappato da Fini nel patto di fondazione del Pdl: il 70 per cento dei posti agli ex azzurri, il 30 ai postmissini. Da tempo i falchi già forzisti vanno dicendo che il rapporto va rivisto a loro favore dopo l’uscita di Fini.
Ed è per questo che gli ex an resistono barricati dietro una minaccia di La Russa a Cicchitto mai archiviata: “Se saremo costretti faremo anche noi i gruppi autonomi”.
Come a dire: addio Pdl.
Del resto, il paradosso della fusione è che anche senza la famigerata amalgama gli ex an si sono persi per strada.
Ritrovarla non sarà facile.
Dice Pasquale Viespoli, senatore finiano del Pdl, poi di Fli, infine nel gruppo della Coesione Nazionale: “La destra politica ha davanti un mare aperto da esplorare. C’è tutto un percorso da costruire, non esclusa la federazione”.
Più pragmaticamente, altri colleghi di Viespoli, andati in Futuro e Libertà e poi tornati indietro starebbero per riapprodare in Fli.
Un esodo senza fine, alla ricerca della destra.
Fabrizio D’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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