LA MILANO DEGLI ULTIMI, SEMPRE PIU’ POVERI TRA CODE INFINITE ALLE MENSE NEI GIORNI DI FESTA E 10.000 BOLLETTE “SOSPESE”
NEI DUE GIORNI DI NATALE SOLO ALL’ASSOCIAZIONE PANE QUOTIDIANO SI SONO PRESENTATI IN 7.600 PER RITITRARE UN PACCO ALIMENTARE… ALLA MENSA DEI FRANCESCANI IL 20% DI PRESENZE IN PIU’
Tutti in coda a Milano per entrare alle mense dei poveri, per ritirare un pacco di cibo per Natale o un gioco da mettere sotto l’albero per i bimbi in questi giorni di feste “magre”, con le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese per l’inflazione che fa aumentare il costo della spesa e la crisi energetica con il “caro bollette”.
Se alla sede di Pane Quotidiano, associazione laica che distribuisce alimentari in viale Toscana e viale Monza, tra il 24 e il 25 dicembre sono arrivati in 7.600, alla mensa dei poveri di viale Piave i francescani hanno servito 2mila pasti caldi tra pranzo e cena del giorno di Natale, il 20% in più rispetto all’anno scorso.
E Caritas ambrosiana ha lanciato l’operazione “bollette sospese” con cui ha già pagato 5 mila bollette ai poveri, con l’obiettivo di arrivare a 10mila entro la fine dell’anno.
“A Natale abbiamo avuto numeri più alti rispetto all’anno scorso: circa 900 a cena e un migliaio a pranzo, vale a dire circa il 20% in più rispetto al 2021 – spiega Fra Marcello Longhi, responsabile della mensa dell’Opera Sam Francesco in viale Piave a Milano – C’era bisogno di un po’ di calore, abbiamo fatto le lasagne, avevamo tanti volontari, ma l’essenziale è dare continuità a chi viene. E’ solo un modo per dare l’idea che si va avanti assieme, nell’ordinarietà di cui ci si può fidare, non ha senso fare fuochi di artificio a Natale, e poi mollare il resto dell’anno. Ma siamo molto preoccupati per i prossimi mesi perché c’è gente, tanti italiani, che sono entrati in una fatica diversa dal passato, senza fare allarmismi. Diciamo come stanno le cose, bisogna irrobustire la rete di supporto, attivare collaborazioni, più che solo contare i numeri e cercare i record. Guardiamo in modo positivo a questa emergenza, l’individualismo spaventato che gonfia i problemi è la cosa peggiore se non ci si organizza assieme per sostenere i poveri in questa fase difficile”.
Coda anche al Pane Quotidiano, che da mesi registra numeri crescenti di richieste di cibo. Nella sede della Onlus che affaccia sul nuovo scintillante campus dell’Università Bocconi, la media degli ingressi nell’anno è di 3.500 persone al giorno. Il record di persone in coda per ritirare il sacchetto con dentro pane, pasta, latte, conserve e biscotti è stato il 29 ottobre quando sono stati contati 4.900 ingressi nella struttura. Il 24, vigilia di Natale, dopo che è stata annunciata la distribuzione di giocattoli per i bambini, si sono presentati in 4.500. Il 25 invece sono arrivati meno cittadini del solito: ‘solo’ 3mila. “Ma in questi giorni continueremo a distribuire tutto quel che ci viene regalato dalle aziende e dalla grande distribuzione – spiega Luigi Rossi, il portavoce dell’associazione – La situazione economica è molto pesante e ormai ci sono molti italiani fra i nostri utenti, non solo immigrati e profughi ucraini. Abbiamo tanti pensionati, tanti padri e madri di famiglia. Gente che ha perso il lavoro o che ne ha uno precario, non in grado di farli arrivare a fine mese”.
Nei giorni di Natale, dopo quasi tre anni di pandemia, tutte le sigle storiche del volontariato hanno organizzato pranzi e cene per le persone in difficoltà, feste in presenza che hanno mostrato l’evidenza di un bisogno che aumenta con la crisi economica.
Oltre 1.100 persone sono state invitate a pranzo dalla Comunità di Sant’Egidio, dove ha partecipato anche il sindaco Beppe Sala. L’arcivescovo Mario Delpini è andato al pranzo con i 200 ospiti della mensa Cardinal Ferrari, mentre al Memoriale della Shoah c’è stata la preghiera inter religiosa con i migranti della Stazione centrale.
La messa per i clochard è stata celebrata al mezzanino della metropolitana di Porta Venezia. Ovunque, grande partecipazione perché a Milano d’inverno c’è tanta gente che non ha una casa dove fare festa e stare al caldo.
(da La Repubblica)
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