LA NUOVA PRESCRIZIONE: QUANDO LA POLITICA E’ COSTRETTA A INSEGUIRE GLI UMORI DEGLI ITALIANI
UNA RIFORMA AFFRETTATA PER NON AVER SAPUTO “LEGGERE” IN TEMPO L’INDIGNAZIONE MONTANTE NELL’OPINIONE PUBBLICA”
C’ è un «non detto» piuttosto esplicito, sebbene non detto, nelle parole con cui il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha accompagnato ieri a Montecitorio l’approvazione del disegno di legge sulla nuova prescrizione nel processo penale.
Una riforma che lui avrebbe preferito inserire all’interno di quella più complessiva su tempi e modalità di indagini e dibattimenti, ma la Camera ha deciso di anticiparne il varo. Ufficialmente – ha spiegato il Guardasigilli – perchè c’erano altre proposte sullo stesso argomento che bisognava comunque votare; ufficiosamente – non ha spiegato, ma ha lasciato intendere – perchè s’è creato nel dibattito politico e tra i cittadini un clima di allarme, se non di vero e proprio scandalo, per i reati dichiarati estinti a causa del troppo tempo necessario ad accertarli in via definitiva (l’ultima resa, su Calciopoli, è della notte prima del voto).
Insomma, s’è dovuto accelerare sull’onda della pubblica opinione che stava diventando pubblica emozione, alla quale la politica – in questo caso il Parlamento – ha voluto affrettarsi a dare risposte.
Mettendo in conto, per ammissione del governo, che nel prossimo passaggio al Senato bisognerà aggiustare qualcosa se nel frattempo lo stesso Senato avrà approvato la riforma sulla corruzione, che inciderà a sua volta sui termini di prescrizione per quel tipo di reati. Una sorta di approvazione «con riserva», quindi.
Seppure implicitamente, il Guardasigilli ha ammesso una certa soggezione della politica al dibattito extra istituzionale che rischiava di lasciarla indietro, con conseguente esigenza di fare in fretta, anche se non nel migliore dei modi.
Tuttavia è difficile sostenere che approvare una legge «fuori contesto» per non trovarsi in difficoltà di fronte al montare di scandali e riprovazione generale sia un buon modo di legiferare.
Farne colpa all’opinione pubblica sarebbe però sbagliato; semmai è la politica a non aver saputo leggere quel che stava accadendo, trovandosi costretta a rincorrere.
Giovanni Bianconi
(da “il Corriere della Sera”)
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