LA PHOTO OPPORTUNITY DI SALVINI CON TRUMP PILOTATA DALLA LOBBY ITALO-AMERICANA DELLA NIAPAC
“LA REPUBBLICA” E’ ENTRATA IN POSSESSO DI UN DOCUMENTO CHE RIVELA CHE SALVINI AVEVA CHIESTO UN AIUTO PER INCONTRARE TRUMP A AMATO BERARDI, EX PDL, VICEPRESIDENTE DELLA LOBBY… A SALVINI SERVIVA UNA FOTO PER ACCREDITARSI COME LEADER INTERNAZIONALE
Il mistero buffo dell’incontro Trump-Salvini – sbandierato dal segretario della Lega come l’avvio di una ambiziosa alleanza transatlantica, ma smentito dal candidato repubblicano (a dispetto delle foto) – si arricchisce ora del primo documento che attesta l’avvenuta stretta di mano tra i due leader, il 26 aprile a Wikes Barre in Pennsylvania.
Il problema? Che il “certificato ufficiale” è affidato a Nicholas Mattiacci, direttore generale dell’associazione italo-americana Niapac.
La lettera della Niapac (National Italian American Political Acion Committee), una lobby politica italo-americana con sede a Washington, e di cui Repubblica è entrata in possesso, ricostruisce la vicenda, senza mai far riferimento alle polemiche in Italia.
Era stato Matteo Salvini, ricorda Mattiacci, a chiedere un aiuto per incontrare Donald Trump ad Amato Berardi, imprenditore di origini molisane, ex-deputato del Pdl per la circoscrizione estero e presidente emerito della Niapac.
Grazie a Berardi, allo stesso Mattiacci e al gioco di sponda di due parlamentari italo-americani della Pennsylvania, entrambi repubblicani ed entrambi tra i sostenitori della prima ora di Trump, è stato poi possibile organizzare “l’incontro e la photo opportunity” – nulla di più – in coincidenza con una manifestazione del tycoon a Wikes Barre e delle primarie dello Stato.
Subito dopo la Niapac ha organizzato un ricevimento in onore della delegazione italiana con un centinaio di invitati alla Union League di Filadelfia.
Scattate con i cellulari e gli iPad dei presenti, le foto della stretta di mano con Trump erano servite a Salvini a proiettare l’immagine della Lega a livello internazionale, ad accreditarsi come un interlocutore di personaggi di primo piano, come Vladimir Putin e Trump, e a ipotizzare uno scenario di convergenza del populismo mondiale.
Ma dopo più di un mese è arrivata mercoledì scorso, a sorpresa, la bizzarra smentita del candidato repubblicano: “Non lo volevo incontrare”, ha detto Trump in una intervista a Michael Wolff, pubblicata su The Hollywood Reporter e rilanciata in anteprima da Repubblica.
Perchè Trump ha negato quella stretta di mano in Pennsylvania? Non si era reso conto chi avesse davanti, confondendo Salvini con uno dei tanti ammiratori? Ha voluto fare marcia indietro considerando scomodo il rapporto con la Lega?
Di sicuro la vicenda ha creato molto imbarazzato nella Lega.
I collaboratori di Salvini hanno subito detto, per placare le polemiche, di avere una dozzina di mail per la preparazione dell’incontro, ma queste mail non sono mai state rese pubbliche.
Ora la spiegazione potrebbe semplicemente essere che il contatto non fu con Trump ma con la lobby Niapac.
(da “La Repubblica“)
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