LA POLEMICA SULLA SEDE MOROSA DI FDI SFRATTATA NON E’ UNA COSA SERIA
LA SATIRA DEL M5S CHE PUBBLICA L’ANNUNCIO IMMOBILIARE .. LA RESPONSABILITA’ DELLA DESTRA ROMANA CHE ORA GRIDA ALLO SCANDALO
La vicenda dello sgombero della sede di Fratelli d’Italia a Colle Oppio continua ad alimentare polemiche tra il partito di Giorgia Meloni e il MoVimento 5 Stelle.
Su Facebook è Paolo Ferrara, capogruppo grillino in Campidoglio, a dare fuoco alle polveri pubblicando un “annuncio immobiliare”: «Cercasi immobile per ospitare la sede di un partito politico. Possibilmente in area archeologica di pregio. Canone massimo 13 euro al mese. Chiamare ore pasti. No perditempo. Chiedere di Fratelli d’Italia o Monica Picca».
Il riferimento è al canone mensile per la sede di via delle Terme di Traiano 15a, di cui la banca dati del Dipartimento Patrimonio certifica il versamento di quattro bollettini mensili da 13,43 euro negli ultimi quindici anni.
Giorgia Meloni ha replicato che la pratica di locazione è ferma da anni e ha definito la Raggi “il peggior sindaco della storia” e la sede è solo un rudere.
Una guerra di dichiarazioni e di carte bollate che potrebbe avere come vittima proprio la storica sede del Movimento Sociale Italiano, aperta nel 1947.
Il ‘rudere’ di cui parla oggi Meloni nel suo post presenta al suo interno ambienti di età romana pertinenti al complesso delle Terme di Traiano, cosi’ come sottolineato anche dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali che aveva gia’ ricordato piu’ volte, da ultimo nel 2015, la necessita’ di riacquisire il bene per sottoporlo alla sorveglianza degli organi di tutela.
Chi ha ragione? Possiamo solo dire chi ha certamente torto: la destra romana che ora strilla ai quattro venti.
Il contratto di locazione stipulato dai Giuliano-dalmati è scaduto nel 1972, da allora di fatto si tratta di occupazione abusiva, piaccia o meno giuridicamente le cose stanno così. Una situazione che andava bene nei tempi in cui nessuna Amministrazione andava a verificare gli immobili dati ad affitti irrisori ai partiti (di qualsiasi colore fossero).
La Meloni sostiene che era in corso da anni una trattativa con il Comune per ridefinire il contratto di locazione e si lamenta “di non avere più avuto notizie in tal senso dall’Amministrazione capitolina”, confermando di fatto che il canone non veniva più pagato, salvo i versamenti saltuari della cifra simbolica di 13 euro.
In realtà il Comune di Roma aveva richiesto un canone di mercato di 990 euro mentre Fdi riteneva equo un canone di 250 euro, alla stregua di un magazzino.
Considerando che dal 1972 ad oggi si sono succeduti vari sindaci, non ultimo Alemanno, ci voleva tanto a mettere nero su bianco e regolarizzare la situazione a un canone intermedio?
Quel che ha perso è il buon senso, ammesso che esista ancora a destra.
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