LA PROPAGANDA RUSSA COME QUELLA DI HITLER
I DUE PATETICI SPOT CON LA “Z”
Le clip che mostrano il simbolo dell’invasione in Ucraina hanno acceso le polemich
Un ragazzo viene sorpreso da due poliziotti mentre sembra imbrattare un manifesto con Vladimir Putin. Ma gli agenti lo graziano, perché accanto al volto del presidente russo il ragazzo sta tracciando una «Z» in segno di vittoria. La scena è racchiusa in uno degli spot che sarebbero stati diffusi dalla polizia di San Pietroburgo, secondo quanto riporta su Twitter il canale di notizie Ukr report.
A questo se ne aggiunge un altro in cui appare un gruppo di persone pronto a manifestare in piazza. Raggiunto dalla polizia, nessuno viene aggredito, come si è visto ormai con costanza quotidiana a San Pietroburgo dallo scorso 24 febbraio, quando è cominciata l’offensiva russa in Ucraina.
Al contrario, gli agenti si affiancano ai manifestanti, si prendono a braccetto con i manganelli e insieme formano una «Z». I due spot hanno portato molti utenti e osservatori a paragonare la propaganda del Cremlino a quella delle dittature naziste.
Nella realtà però le cose stanno andando in modo diverso rispetto a quanto raccontano i due spot di propaganda russa.
Dall’inizio dell’invasione in Ucraina, nei video che riescono a superare la censura del Cremlino, la polizia russa viene mostrata mentre arresta chi semplicemente mostra un cartello che condanni la guerra, termine di fatto vietato e sostituito con «operazione militare speciale» in Ucraina. Gli organi di informazione nazionale, tuttavia, continuano a diffondere sul web video che propongono un’immagine idilliaca delle forze dell’ordine del Cremlino, nei quali gli agenti distribuiscono rose e tulipani mentre le inquadrature indugiano sul simbolo «Z».
La lettera Z è diventata l’emblema del sostegno all’invasione di Mosca. Non è ancora chiara l’origine del simbolo: alcuni analisti militari ipotizzano che le lettere corrispondano a specifiche zone geografiche delle forze russe coinvolte. Sergiy Kyslytsya, ambasciatore dell’Ucraina all’Onu, ha spiegato che «alcuni interpretano “Z” come “Za pobedu” (che sta per vittoria). Altri come “Zapad” (ovvero ovest)». E poi ha aggiunto: «Io insisto sul fatto che è “Z” per bestie». Il simbolo è ormai immancabile su carrarmati, edifici e immagini russe, e persino sulle magliette degli atleti di ginnastica artistica di Mosca. Appena tre giorni dopo l’inizio del conflitto, la rete statale del Cremlino ha annunciato la vendita di svariati prodotti con la Z che esprime il sostegno alle truppe russe, e da allora la lettera è stata protagonista di flash mob e manifestazioni in tutto il Paese a favore della guerra. Tanto da comparire anche sulle giacche del pubblico in occasione del discorso di Putin allo stadio.
(da agenzie)
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