LA QUARTA GAMBA, BERLUSCONI SI COPRE IL FIANCO CON “NOI PER L’ITALIA”
QUAGLIARIELLO LASCIA, LA LORENZIN NICCHIA, RINASCE LA DC
La gestazione è stata un po’ lunga: sono servite scissioni (come quella in Ap), riunioni allargate e ristette, discussioni sul nome.
Ma alla fine, la fantomatica quarta gamba del centrodestra – di cui si parla sin da quando a luglio l’allora ministro Enrico Costa si dimise dal governo per tornare all’ovile di Arcore – ha visto la luce.
La denominazione scelta inizialmente era ‘Italia per le libertà ‘ ma poi qualcuno ha obiettato che suonava troppo simile a quel ‘Popolo delle libertà ‘ nato dal berlusconiano predellino, e alla fine la scelta è ricaduta su ‘Noi con l’Italia’.
Il simbolo della lista, scritta bianca su fondo blu con fascione tricolore, è stato presentato martedì all’hotel Minerva di Roma dai suoi ‘soci fondatori’: Raffaele Fitto, che assume anche il ruolo di presidente, Saverio Romano (vice) Maurizio Lupi (che ne sarà il coordinatore), Flavio Tosi, Enrico Zanetti ed Enrico Costa.
Insomma, ad eccezione dell’esponente pugliese, tutti ex azzurri o montiani che in questi mesi hanno sostenuto i governi targati Pd.
In realtà , nel ruolo di ‘settimo cavaliere’ ci sarebbe dovuto essere Gaetano Quagliariello che però alla fine ha deciso di prendere le distanze.
“‘Idea’ – spiega – era disponibile a un accordo tra tutte le realtà che si proponevano di allargare i confini del centrodestra, se si fosse trattato di un accordo federativo tra diversi e non della creazione di un nuovo partito”.
Raccontano che la rottura sia avvenuta in una riunione notturna lunedì in cui Fitto e Lupi si sarebbero presentati con gli organigrammi già pronti e l’idea di creare un direttivo in cui sedesse un componente per ognuno dei fondatori: un organismo paritario in cui, dunque, lo stesso Quagliariello non avrebbe avuto nessun ruolo di spicco.
Della ‘quarta gamba’ ha deciso di non far parte neanche Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia, che però si era allontanato dal progetto già da qualche giorno.
“Non servono cartelli elettorali di palazzo composti da chi ha governato fino a oggi con la sinistra”, osserva.
Lo stesso Parisi, tuttavia, tiene aperto ancora il dialogo soprattutto con Lorenzo Cesa che, con Mastella e Rotondi, dovrebbe dare vita ad una ulteriore lista di centro, ma sotto il simbolo scudocrociato.
“Il dialogo è ancora aperto con tutti”, assicura comunque Enrico Costa. Nonostante si tratti ancora di un cantiere, a premere perchè non ci fossero ulteriori rinvii è stato proprio Berlusconi attraverso il fidato Niccolò Ghedini, vero regista di tutta l’operazione.
Una fretta dovuta anche alla necessità di chiudere la partita prima dello scioglimento della legislatura: nei prossimi giorni, infatti, sarà annunciata la trasformazione del gruppo parlamentare che si chiamerà ‘Scelta civica – Noi con l’Italia’, espediente che consente di evitare la raccolta delle firme.
Resta il difficile obiettivo del 3%, soglia minima per conquistare seggi. “Grazie a noi – assicura però Fitto – il centrodestra può raggiungere quel 40% necessario a governare”. Costa nega che si tratti di un progetto nato “in laboratorio”. “Ci chiamano quarta gamba – sostiene – perchè la coalizione ha bisogno di equilibrio e stabilità “.
Ma c’è fermento al centro, anche sul fronte di coloro che puntano a un’alleanza con il Partito democratico.
Se Lupi è tornato nel centrodestra, Beatrice Lorenzin, che dopo la separazione detiene il simbolo di Alternativa popolare, guarda al centrosinistra.
Ma chiarisce, non ha nessuna intenzione di creare una ‘ridotta’. “Non siamo la quarta gamba e non lo saremo. Se devo fare una roba di cespugli, sto a casa con i miei figli”, afferma la ministra della Salute.
“Io – spiega – sto cercando di mettere in campo qualcosa di diverso, in modo quindi da superare Ap, andare oltre, allargarci. Insomma, realizzare un nuovo progetto, un nuovo soggetto politico che manterrà la stessa coalizione ma che sappia raccontare la straordinaria stagione di riforme”.
Come a dire ‘sono pronta a metterci la faccia e a guidare questa lista, ma non da sola’.
I suoi interlocutori in questo progetto sono Casini, Dellai, Tabacci, Bombassei, ma anche altre realtà locali.
(da “Huffingtonponpost”)
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