LA QUESTIONE MIGRANTI PER L’UE È SECONDARIA: LA MELONI SPERAVA CHE AL CONSIGLIO EUROPEO IL TEMA FOSSE CENTRALE. E INVECE L’EUROPA METTE IN CIMA ALL’AGENDA LE QUESTIONI INTERNAZIONALI (L’UCRAINA) ED ECONOMICHE (IL PATTO DI STABILITÀ)
ANCHE NELLA CHIAMATA CON SCHOLZ IL FOCUS SONO STATI GLI AIUTI A KIEV: E LA PREMIER ITALIANA INTANTO PROVA A COINVOLGERE GLI USA PER RISOLVERE LA CRISI IN TUNISIA
Giorgia Meloni ha un appuntamento segnato con grande evidenza sulla propria agenda: il Consiglio europeo di giovedì prossimo. Per la premier è il momento in cui, in teoria, andrebbe fatto un salto di qualità sui temi dell’immigrazione e del Patto di stabilità. Potrebbe restare delusa.
Questa è l’impressione che si ha osservando l’enfasi con la quale la Commissione e il Consiglio stanno ponendo l’accento sulla questione internazionale: a Bruxelles verrà dato un segnale politico e sarà ribadito con forza il sostegno all’Ucraina
Le priorità dell’Italia saranno chiare nel discorso che oggi la presidente del Consiglio pronuncerà in Senato e domani alla Camera. Ma sono già state sintetizzate nel comunicato diffuso al termine della telefonata, di circa mezz’ora, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Palazzo Chigi teme che il vertice possa portare pochi risultati rispetto alle aspettative generate con l’ultimo Consiglio di febbraio. La convinzione è che sia la Commissione a temporeggiare, nel tentativo complicato di cercare un equilibrio tra le esigenze dei diversi Paesi. L’obiettivo che si pone la premier, adesso, è di aumentare le pressioni sulla presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen, con il seguente ragionamento: «Le richieste della Germania sugli aiuti di Stato sono state esaudite, ora tocca a noi sull’immigrazione. Servono misure concrete».
Per preparare il summit, Von der Leyen ha inviato una lettera a tutti i leader europei. Nel lungo elenco di iniziative proposte c’è un po’ di tutto, dunque sarebbe stato impossibile non trovare passaggi apprezzabili anche per il governo italiano. Piace, ad esempio, che vengano citati il sostegno economico di 200 milioni per l’accoglienza e l’«accelerazione dell’attuazione del meccanismo volontario di solidarietà per i ricollocamenti dei migranti», nonostante la redistribuzione venisse un tempo osteggiata da Fratelli d’Italia.
A Bruxelles, Meloni insisterà ancora sulla difesa dei confini esterni dell’Unione per intervenire sui movimenti primari e di conseguenza su quelli secondari. I segnali che arrivano, però, indicano che la strada sarà in salita: il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha impostato la riunione dando molto risalto ai temi di politica estera, l’Ucraina, e di politica economica, la riforma del Patto di stabilità e crescita
Il tema migranti, almeno secondo l’agenda, verrà esaurito con la relazione di Von der Leyen che farà il punto sulle richieste che il Consiglio aveva avanzato a febbraio, anticipate in parte dalla lettera di ieri.
Sarà compito di Meloni tentare di spostare il negoziato sugli impegni concreti che dovrà assumere la Commissione. L’Italia continuerà a porre l’attenzione sulla Tunisia. Il Paese nordafricano vive una profonda crisi politica e finanziaria. Il prestito del Fondo monetario internazionale è congelato e senza quei soldi (1, 9 miliardi) il governo non riuscirà a evitare un default che ha conseguenze dirette sulle partenze dei migranti.
(da agenzie)
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