LA STAMPA VICINA AD ORBAN HA LA FACCIA COME IL CULO
“SE MELONI VOLEVA RASSICURAZIONI, AVREBBE DOVUTO INIZIARE CON TRE COSE. 1) SCUSARSI PER L’ATTO TERRORISTICO COMMESSO 2) INFORMARSI SU COME STANNO LE VITTIME 3) DIRCI COSA HANNO FATTO LE AUTORITÀ ITALIANE PER IMPEDIRE CHE TORNINO DI NUOVO IN UNGHERIA
Budapest quasi ignora la storia di Ilaria, e non sa che da qui alla prossima udienza del processo mancano ancora tre mesi. La politica, invece, ne dibatte. E nel sottobosco di quella destra che sostiene il governo, si alza la voce degli anti Salis. Attacchi dritti alla premier italiana Giorgia Meloni che ha incontrato Viktor Orban con il quale ha discusso del caso della “terrorista” – come la chiamano qui – l’insegnate di Monza.
Per dire: ieri il sito Kuruc.info, portale di estrema destra molto “vicino” al politico Elod Novàk, ex parlamentare di Jobbik, attacca a muso duro il governo italiano e pubblica un lungo articolo nel quale non risparmia la nostra premier.
Eccolo: «Se Meloni voleva (ottenere) rassicurazioni, avrebbe dovuto iniziare con tre cose. La prima è scusarsi per l’atto terroristico commesso, o almeno dire che è molto dispiaciuta per quanto accaduto. La seconda è informarsi su come stanno adesso le vittime ed esprimere la speranza che ora si siano riprese. La terza è dirci – ma, in caso contrario, Orban dovrà chiederlo – cosa hanno fatto le autorità italiane per impedire che tornino di nuovo in Ungheria quei terroristi che avrebbero potuto uccidere gruppi di ungheresi».
Tradotto: l’atteggiamento della rappresentante del governo italiano è stato arrogante e non ci è piaciuto proprio per nulla. E Orban non deve assolutamente cedere alle pressioni che sono arrivate da Giorgia Meloni.
La parola terrorismo è un mantra (qui come su altri organi di propaganda e informazione). Ilaria, le catene con le quali è stata portata in aula, le condizioni disumane in cui è stata costretta a vivere per mesi dentro quella galera, sono un dettaglio che non interessa e non scalda gli animi di chi si prepara al raduno della destra estrema europea durante il fine settimana che verrà. Basta? Proprio no.
A leggere fino in fondo c’è anche una punzecchiatura al primo ministro Orban, «avrebbe potuto assicurare che il sistema giudiziario in Ungheria è completamente indipendente» e un graffio per l’Europa: «Poiché Bruxelles tiene d’occhio questo settore, la terrorista antifascista di sinistra non deve certo temere un verdetto di parte». Ecco, se fosse per questo e altri blog e siti schierati sulla sponda destra la 39enne potrebbe anche finire ai lavori forzati. È un’esagerazione, ovvio, ma dimostra quanto siano lontane le richieste italiane da quelle della politica fuori da palazzi e ministeri.
Il nostro commento alle tre richieste del portale dei neonazisti ungheresi
1) Non è il governo italiano che deve scusarsi per il caso Salis, è il governo ungherese che dovrebbe sprofondare dalla vergogna per permettere che un raduno neonazista si svolga ogni anno in un Paese Ue.
2) Non è necessario informarsi su come stanno le vittime presunte visto che il referto medico parla di 5 e 8 giorni di prognosi. Tradotto: non si sono fatte un cazzo. Normali scontri che avvenivano anche 40 anni fa senza che nessuno andasse in Questura a fare il piagnino.
3) Invece che preoccuparsi su cosa hanno fatto le autorità italiane per impedire che Salis e compagni tornino in Ungheria, il governo di Orban si preoccupi di cosa fanno loro per impedire che truppe cammellate neonaziste si rechino in Ungheria. Verrebbe meno anche la ragione di scontri con l’estrema sinistra.
Ultima considerazione: il governo italiano ha gli strumenti legali e procedurali per insegnare al governo ungherese come stare al mondo. Il diritto di veto a ogni finanziamento che riguardi l’Ungheria, bloccare i lavori del Parlamento Ue: non deve passare un euro per un governo che viola sistematicamente i valori ispiratori europei. Senza i miliardi Ue sarebbero ancora con le pezze al culo e lì devono tornare. Sperando che Putin getti loro dal balcone un tozzo di pane raffermo.
(da agenzie)
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