LA TELEFONATA DI DRAGHI A GRILLO, LA PROMESSA DEL MINISTERO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA SBLOCCA LA TRATTATIVA
MA SE QUESTO MINISTERO ERA COSI’ IMPORTANTE PERCHE’ IL M5S NON L’HA MAI REALIZZATO, VISTO CHE GOVERNA DA TRE ANNI?… UN DETTAGLIO IMPORTANTE: INCORPORA AMBIENTE E SVILUPPO ECONOMICO, MA, CASO STRANO, NON TRASPORTI E INFRASTRUTTURE
Una telefonata nel primo pomeriggio sblocca la trattativa. Mario Draghi nella pausa della terza giornata di consultazioni avrebbe alzato il telefono e chiamato Beppe Grillo. Dandogli le rassicurazioni che il garante del Movimento 5 stelle chiedeva per far entrare nel governo.
Non smantellare il reddito di cittadinanza, garantendo forme di assistenza necessarie anche per la congiuntura pandemica, la sensibilità ambientale tra le linee guida del prossimo governo ma soprattutto quel ministero della Transizione ecologica che riunirebbe le competenze sullo sviluppo economico, l’ambiente e l’energia che Grillo ha posto come condizione principale per entrare nell’esecutivo.
Una telefonata che ha sbloccato l’empasse sul voto di Rousseau, che appena ieri l’ex comico ha rimandato a data da destinarsi e che invece inizierà domani mattina.
Per tutto il giorno i 5 stelle hanno vissuto uno psicodramma, in attesa del segnale pubblico che Grillo aveva chiesto a Draghi, e che arriva per bocca dei rappresentanti di Legambiente usciti dal colloquio con il premier incaricato: “Accogliamo con soddisfazione la creazione del ministero della Transizione ecologica”. Un sospiro di sollievo dopo che il fiato era stato trattenuto per tutto il giorno. “Ma forse Draghi parla stasera”, l’auspicio, più che la notizia, che rimbalza fin dal mattino nelle chat grilline.
Il clima è incandescente. Il fronte del V-Day a Draghi scalpita, ma a far rumore è piuttosto la tensione tra i vertici a caratterizzare la giornata. “Abbiamo sbagliato totalmente il timing del voto su Rousseau, con che faccia prima lo convochiamo e poi lo rimandiamo?”, si sfogava un membro dell’esecutivo.
Nel mirino Davide Casaleggio, e una gestione che per molti parlamentari ritengono “improvvisata”, nella scelta dei tempi e dei modi. Polvere che finisce sotto il tappeto, perchè ora c’è da superare lo scoglio di Rousseau.
L’ala del no è agguerrita, l’influenza di Alessandro Di Battista è ampia tra gli attivisti che saranno chiamati al voto. “Fossi iscritto a Rousseau voterei sì”, dice Giuseppe Conte, ma a far pendere davvero la bilancia sul via libera saranno altri due elementi.
Il primo è un nuovo intervento di Grillo, un post sul blog, o un altro video, nel quale con i suoi modi e le sue peculiari argomentazioni l’ex comico spinga per entrare nel governo.
Il secondo è il quesito che verrà posto. Non un aut-aut sul nome di Draghi: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”. Una formulazione molto più digeribile dall’universo dei militanti.
Le interlocuzioni tra il presidente incaricato e i 5 stelle avrebbero riguardato anche l’indicazione di uno o due nomi dal partito per andare a costruire la squadra dei ministri. Rimane Luigi Di Maio il candidato interno con più chance di rimanere in sella, anche se probabilmente non nel super ministero, che probabilmente sarà destinato a un tecnico, e potrebbe rientrare nella squadra anche Fabiana Dadone in un dicastero di minor peso. Anche se rimane l’incognita di Giuseppe Conte e di un suo coinvolgimento nell’esecutivo, caldeggiato da molti parlamentari. Spiega un esponente del governo uscente: “Ma lui non è iscritto al Movimento, potrebbe arrivargli a prescindere un’offerta, soprattutto se Draghi lo ritenesse importante”.
Dettagli, anche se non di poco conto, da risolvere. La partita principale si è sbloccata: il Movimento 5 stelle ci sarà .
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply