LA TRISTE PARABOLA DI GIARRUSSO: DALLA FONDAZIONE CAPONNETTO AL SALVATAGGIO DEL SEQUESTRATORE DI PERSONE
DAL MOVIMENTO LEGALITARIO LA RETE A SOSTENITORE DELL’IMPUNITA’ PER CHI DELINQUE
Ne ha fatta di strada Mario Giarrusso, senatore del M5s e membro della Giunta per le immunità che ha salvato Matteo Salvini. Giarrusso è in questi giorni al centro delle aspre polemiche del Pd per quel suo gesto delle manette rivolto ai deputati dem che protestavano davanti all’aula della Giunta, che aveva appena espresso il suo parere negativo sul procedimento contro Salvini per il caso Diciotti.
Gesto riferito anche all’arresto dei genitori di Matteo Renzi ma che è stato percepito come un vero e proprio insulto dal sapore giustizialista, fatto da uno che ha appena concesso l’immunità parlamentare a un ministro e che fa parte di un Movimento che l’immunità diceva che l’avrebbe abolita
Ma Giarrusso pare abituato a fare due pesi e due misure: tanto che nel 1992 fece parte del Movimento per la Democrazia – la Rete insieme all’attuale sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che fu tra i fondatori.
Il Movimento era un’aggregazione di forze cattoliche e di sinistra, caratterizzato da una forte vena antimafia e di legalità , nel tempo in cui l’Italia era attraversata dallo scandalo di Tangentopoli
Non solo: alla morte dello storico magistrato Antonino Caponnetto, leader del pool antimafia, Giarrusso ha collaborato alla fondazione della Fondazione Caponnetto con cui si è occupato di lotta alla mafia e legalità .
Sono passati molti anni, e si vede: da paladino della giustizia, Giarrusso è confluito nei cinque stelle e adesso partecipa attivamente al salvataggio di Salvini.
Come a dire che la giustizia vale per chi può permettersela: ma se un ministro è in odore di reato, bisogna innanzitutto difendere il potere.
(da agenzie)
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