LA VALCHIRIA DI BERLUSCONI VERSO L’ADDIO A FORZA ITALIA
MICHELA BIANCOFIORE NON RINNOVA LA TESSERA E SI APPRESTA A SALUTARE GLI AZZURRI: “E’ FORZA ITALIA CHE ESCE DA ME, IL PRESIDENTE NON C’E’ PIU'”
Come in certi micidiali crepuscoli che si portano via ogni colore, il tramonto del berlusconismo toglie via anche Michaela Biancofiore, coloratissima “amazzone” e “valchiria” anche trash del variopinto regno d’Arcore che fu.
“Non rinnovo la tessera del partito dopo ventidue anni”, ha annunciato ieri colei che amava appellarsi la “Lady Oscar di Berlusconi”, nel silenzio totale del capo e di Forza Italia tutta (sola eccezione: le parole solidali di Vincenzo Gibiino, senatore).
La premessa per un addio al partito, da decidere ufficialmente soltanto dopo i risultati delle comunali a Bolzano, l’8 maggio.
Ma i dettagli contano meno dell’annuncio, o meglio della mera ipotesi che una come Biancofiore possa lasciare Berlusconi.
Per la verità ci aveva già pensato un annetto fa, ma il fenomeno resta innaturale, quasi incredibile, tale che persino lei non si rassegna, lo nega: “Non sono io che esco da Forza Italia, ma è questa Fi ad uscire da me”, dice adesso.
E visto che non si parla di fenomeni trascendenti, ma di carne e partiti, c’è da chiedersi, in questa (ennesima) uscita, cosa resti in piedi, tra lui, lei e Forza Italia, di cosa si parli ormai esattamente.
Perchè berlusconiana, e feticcio del berlusconismo, è sempre stata la Biancofiore: per essenza, da quando aveva sei anni e per lei il capo di Mediaset era “l’uomo che mi ha portato i cartoni animati”, in pratica un eroe; e poi definitivamente quando lo conobbe a Macherio e fu “un’esplosione nel cuore, un marchio a fuoco nella pelle”.
“Una berlusconiana ante litteram, prima, dopo e per sempre”, ecco la sua definizione. Berlusconiana anche oltre il dileggio di chi l’ha sempre trovata un filo esagerata, nel suo definire il “presidente” il “prolungamento del mio cordone ombelicale” e trasognata fino al punto da affermare — impunemente — che quella dei quarantenni come lei è, a destra e a sinistra, la “Berlusconi generation”.
Biancofiore fu, per dire, felice di avere una torta di compleanno sormontata da un dito medio, ricordo di quella volta in cui a Bolzano l’allora Cavaliere lo mostrò per illustrare un certo leggiadro aneddoto dei suoi.
Porta ancora l’anello di diamanti che il “presidente” le regalò dieci anni fa per la vittoria a Bolzano. E’ tipa da aver piazzato la il suo carlina Puggy sulla real scrivania, con l’idea di farne la mascotte per la campagna elettorale nel 2013 (mentre il fido Bonaiuti, altro poi fuggito, pregava che il quadrupede non bagnasse le carte)
Fino a tre mesi fa strologava di amorazzi canini tra la sua e il preclaro Dudù.
Fu l’unica esponente del governo Letta a scendere in piazza per l’ex premier appena condannato nel processo Mediaset, quando tutti i ministri del Pdl avevano deciso di restare a casa per buona pace delle larghe intese; la sola alla quale, poi, Letta (con lo zampino pare di Alfano) controfirmò le dimissioni dal governo, lasciando che tutti gli altri berlusconiani invece le ritirassero, essendo stata quella una semplice mossa di protesta.
E lei anche quella volta fece spallucce: “Ho un transfert verso il presidente Berlusconi e lo difenderò fino alla morte anche a costo del mio posto a palazzo Chigi”, disse.
Ed ecco, appena due anni e mezzo dopo, la morte — per così dire – ha invece gli occhi di Elisabetta Gardini, commissaria straordinaria del partito, che adesso ha scelto per Bolzano un altro candidato, diverso da quello che voleva lei: “Berlusconi mi ha delegittimato, la Gardini ha spaccato l’unità del centrodestra, abbiamo buttato via una vittoria addirittura al primo turno”.
Litigi da nomenklatura, si dirà , questioni da cerchio magico.
Sì, ma è soprattutto il tema dell’odore della vittoria, in ballo. “A Berlusconi ho mandato cinquanta note, gli ho parlato tutti i santi giorni: ha lasciato fare”.
Ecco il vero tradimento del berlusconismo: l’irresistibile richiamo della vittoria, o almeno della pugna, che oggi l’ex Cavaliere non sente, o non vuol sentire.
“Ho sempre detto che sarei rimasta finchè c’era Berlusconi, e lui non c’è più. Non ha più voglia di vincere. Non ci crede più”, ha detto lei giorni fa a Libero.
E così Biancofiore, che pure ha nel “gettare il cuore oltre l’ostacolo” il suo finale preferito, non sa più bene cosa lanciare oltre che cosa.
Susanna Turco
(da “L’Espresso”)
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