LA VERGOGNA DEL PD CHE DOMANI VUOLE VOTARE A FAVORE DI CONTINUARE A FINANZIARE A MILIONATE I CRIMINALI LIBICI
E’ L’EREDITA’ DI MINNITI CHE HA PORTATO IL PD ALLO SFASCIO… ORFINI E ALTRI NON CI STANNO, ZINGARETTI TACE, NESSUNO SI VERGOGNA
Se domani il Partito democratico non si spaccherà nell’Aula di Montecitorio, sarà solo per una questione regolamentare. Sul rinnovo della missione italiana in Libia i dem arrivano alla discussione alla Camera con una risoluzione ufficiale, che ha l’appoggio della quasi totalità del gruppo, e un’altra trasversale, che vede come primo firmatario Erasmo Palazzotto (Sinistra italiana-Leu), seguito dai compagni di gruppo Laura Boldrini, Nicola Fratoianni e Roberto Speranza, ma anche da Riccardo Magi (+Europa), dall’ex cinquestelle Silvia Benedetti e soprattutto dai democratici Matteo Orfini, Vincenza Bruno Bossio, Gennaro Migliore, Giuditta Pini, Fausto Raciti e Luca Rizzo Nervo.
Ciò che la minoranza mette in discussione è la prosecuzione dell’impegno italiano nel Paese africano, superando gli accordi precedenti che “furono sottoscritti dal Governo Gentiloni”, ricorda Orfini, da sempre critico sull’azione dell’ex Ministro Minniti in Libia.
E prosegue: “Secondo alcuni, nonostante oggi in quel Paese sia scoppiata una guerra, vanno difesi a oltranza. Una posizione per me incomprensibile e proprio per questo avrei voluto discuterla, per capirne le motivazioni”. Per l’ex presidente dem, la mozione ufficiale del gruppo dem è “invotabile”, perchè “continuare a fingere di non vedere i lager, le torture, le morti nel Mediterraneo davvero non si può”.
Quella che alla fine risulterà ufficialmente invotabile, invece, sarà molto probabilmente la loro risoluzione: infatti, una volta approvato il testo della maggioranza gialloverde, che comprende la prosecuzione della missione libica, i documenti che confliggono nel contenuto con quanto già votato dall’Aula saranno fatti decadere automaticamente dalla Presidenza della Camera.
I dissidenti, comunque, puntano il dito sul filo rosso che collega la guerra civile in Libia, i campi che ospitano in condizioni disumane gli immigrati in quel Paese e le navi che Salvini tiene a girovagare, pur di non farle attraccare nei nostri porti.
“La nostra intenzione non è di criticare retrospettivamente il Governo Gentiloni”, prova a ridimensionare lo scontro Fausto Raciti. “La guerra ha cambiato la situazione in Libia e non ce la sentiamo più di girarci dall’altra parte. Se chiediamo al Governo di far sbarcare la Sea Watch in Italia, perchè sarebbe disumano rispedire quelle persone in Libia, allo stesso modo dobbiamo riconoscere che le condizioni che giustificavano gli accordi precedenti oggi non ci sono più”.
Una spiegazione che, però, non soddisfa il capogruppo Graziano Delrio, che infatti ribadisce: “La risoluzione del gruppo è quella, qualcuno chiede di rivederla, ci può stare. Ma la risoluzione è depositata e rimane quella”.
Il testo ufficiale del gruppo dem chiede al Governo di vigilare sul fatto che le motovedette cedute alla Libia per vigilare sul traffico di esseri umani non diventino strumenti militari da utilizzare a scopi bellici, oltre a sostenere con più forza la ricerca di una soluzione democratica al conflitto interno in quel Paese.
Dal Nazareno, nè Nicola Zingaretti nè il responsabile Esteri della nuova segreteria, Enzo Amendola, preferiscono intervenire.
Ufficialmente, per evitare di rinfocolare lo scontro interno e mantenerlo al livello del gruppo parlamentare. Ma in questo modo si vuole evitare al contempo di prendere una posizione ufficiale, che sconfessi la linea dei dissidenti e, con essa, anche i dubbi di un’area di elettori di sinistra, tradizionalmente critici verso l’azione del duo Gentiloni-Minniti. Tanto vale far rientrare rapidamente il caso.
(da “Huffingtonpost”)
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